Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)
Interpretazioni - Dalma Török: Episodi mediterranei Note in margine all’esposizione
a tramandare agli allievi, attraverso il loro stile di vita e l'impegno che questo faceva trapelare. Il bisogno di conoscere l’Italia per loro non era un principio, ma un vero imperativo vitale. Per capire quanto essi possano aver influito sulle generazioni a seguire è necessario soffermarci brevemente su una delle forme del viaggio in Italia usato da molti autori ungheresi, la borsa di studio. Gli esempi già menzionati16 risalgono a quando questa soluzione era accessibile a pochi eletti, con grandi sforzi. Nel 1928 però i rapporti culturali tra l’Italia e l’Ungheria si rafforzarono anche a livello istituzionale: l’Accademia d’Ungheria in Roma venne ospitata dal prestigioso Palazzo Falconieri. A posteriori possiamo affermare che il periodo di massimo splendore furono gli anni 1947-49: l’Accademia ospitò il fior fiore degli autori letterari ungheresi17 e la città eterna ispirò alcune delle loro opere più importanti. Il carattere estatico di queste esperienze nasce anche dalla stretta degli avvenimenti storici: la fine della guerra aveva accentuato la loro sete di libertà e di impulsi culturali, mentre allo stesso tempo questi viaggiatori erano consapevoli dell’imminente prigionia, consapevolezza che li spingeva a vivere pienamente ogni momento. Coloro che si accingevano a tornare in Ungheria sentivano il vento foriero dei cambiamenti che avrebbero escluso per diversi decenni la possibilità di tornare in Italia. Era forse per questo motivo che per loro Palazzo Falconieri fu una sorta di rifugio18, insieme al presentimento che il territorio italiano sarebbe di nuovo diventato una patria spirituale distaccata, dalla quale era purtroppo doveroso prendere congedo. Non possiamo a questo punto non menzionare quell’insieme dì esperienze italiche che furono una conseguenza diretta dei cambiamenti storici che resero l’Italia un vero e proprio rifugio, un sostituto alla patria nel senso stretto e non traslato della parola, molto concretamente. Si tratta del fenomeno dell’emigrazione, destino comune di molti scrittori del Novecento, che comportò un radicale cambio di stile di vita. Nel caso di Sándor Márai possiamo parlare di una vera e propria ridefinizione della propria identità di scrittore. Márai, dopo un breve soggiorno in Svizzera (sette settimane), si trasferì con la moglie a 100