Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
ORSOLYA HESSKY "Se vuole diventare pittore". Pittori ungheresi in Italia 1800-1900
Orsolya Hessky "SE VUOLE DIVENTARE PITTORE" 1 Pittori ungheresi in Italia 1800-1900 A nche se i viaggi in Italia degli artisti ungheresi delPOttocento e le loro opère non furono mai al centro dell'attenzione, il tema è sempre présente nella ricerca della storia dell'arte: di quando in quando appare un saggio riassuntivo o un brève trattato, e il tema, moite volte, è stato anche soggetto di esposizioni. Conformemente alle abitudini dell'epoca, i pittori della prima meta delPOttocento, partivano per l'Italia dopo aver studiato a Vienna. Di questi viaggi di studio, perö, abbiamo pochissimi dati, il che puö aver contribuito al fatto che non abbiamo a disposizione neanche un'opera capace di riassumere il tema in modo esaustivo. Del periodo dei viaggi in Italia (anni 1830-1840) ci sono rimaste due autobiografie 2 che, öltre alle esperienze degli autori forniscono informazioni su altri artisti. Tuttavia, non conoscendo le fonti italiane, non possiamo, per ora, avère un quadro complète dell'attività dei maestri ungheresi vissuti a Roma, 0 in altre città italiane, nella prima meta delPOttocento. La prima volta fu Pattivita di Károly Markó senior a suscitare attenzione verso l'Italia, ma gli serittori d'arte delPOttocento non posero PItalia al centro della loro ricerca e non analizzarono l'effetto delle esperienze italiane sugli artisti ungheresi. Dagli seritti sull'arte ungherese del periodo che va dalPinizio delPOttocento alla rivoluzione del 1848, 3 appare chiara la ragione dei viaggi in Italia. Nel 1900 venne pubblicato un volumetto dal titolo Ungheresi a Roma che, perö, presentava la città eterna come una guida: elencava 1 nomi di sovrani, viaggiatori e studiosi ungheresi legati in qualche modo a luoghi famosi, dal Medioevo fino alla fine delPOttocento. 4 Il primo saggio che non si concentrava tanto su questo fenomeno, ma approfondiva il tema delle influenze prodotte dall'Italia e dalia sua arte, venne pubblicato dieci anni più tardi. 5 In questo lavoro la sintesi storica si basava sul paragone tra le espressioni artistiche dei paesi settentrionali e meridionali, e cioè degli olandesi e degli italiani, e dei loro rapporti con altre realtà europee. Con Pampliamento della letteratura riguardante la storia dell'arte, si trovarono al centro dell'attenzione anche gli artisti della prima meta delPOttocento. Negli anni TO e '20 del '900 si accertö che le città italiane avevano avuto un ruolo importante nella prima meta delPOttocento. Tra le due guerre vennero pubblicate 6 tre opère importanti che, con grande ambizione, ma basandosi soltanto su dati ungheresi classificavano gli artisti in Italia dal punto di vista cronologico, topografico e stilistico. Le esperienze in Italia raccontate nelle memorie di Miklós Barabás - curate per la stampa e pubblicate per la prima volta nel 1944 - si rivelarono, in seguito, una preziosa fonte di informazioni. Negli anni '50 le ricerche sull'arte di Károly Markó senior si arricchirono di una nuova biográfia e di un catalogo delle opère 7 e in quel periodo venne pubblicato di nuovo il saggio di Béla Bíró, uscito già una volta, con una base dati allargata e con una bibliográfia. 8