Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
KATALIN SINKÓ Viaggiatori ungheresi in Italia
La situazione dell'istruzione accademica in Ungheria Fu un segno del cambiamento delle solite forme di mecenatismo il fatto che, accanto alle sovvenzioni familiari che da tempo venivano offerte, si facessero sempre più offerte pubbliche e si creassero sempre più fondazioni, il cui patrimonio dava la possibilità di fare donazioni a scopo culturale. L'offerta pubblica, la cosiddetta oblatio che il più delle volte valeva per una sola occasione e per un determinato scopo, doveva essere accettato dal parlamento o dal re e l'atto veniva riegistrato con una delibera ufficiale del parlamento. Esempi di oblatio sono l'offerta del conte Ferenc Széchényi per la fondazione della Biblioteca Nazionale, quella del conte István Széchényi per la fondazione dell'Accademia delle Scienze Ungherese, la donazione del conte József Teleki per la biblioteca dell'Accademia e la fondazione dell'arcivescovo di Eger János Pyrker per la Pinacoteca Nazionale. Un'altra forma di pubblica oblatio era quella che, attraverso una decisione parlamentare o a livello regionale, portava alla creazione di una raccolta nazionale a scopo culturale. Ognuno donava la somma che considerava più giusta. Nel 1825, per esempio, si segui questo metodo per assicurare le basi finanziarie adatte a commissionare due quadri sulla storia ungherese al maestro viennese Peter Krafft. Queste donazioni però, anche se considerevoli, non potevano assicurare le basi di un finanziamento permanente a favore dell'educazione artistica e dell'istruzione pubblica 10 . Nel 1801, nelle sue memorie scritte per il re, l'arciduca Antonio Giuseppe Asburgo che, essendo nipote dell'imperatrice Maria Teresa, dal 1795 era divenuto Palatino d'Ungheria, ossia, la carica del diritto pubblico più alta dopo il re, scrisse che le lacune nelle conoscenze elementari degli studenti non rendevano possibile il buon funzionamento delle Accademie consigliate dagli Ordini e che, per di più, non si trovavano neanche i professori adatti. Più tardi, però, il Palatino trovò un modo per promuovere la causa dell'istruzione pubblica ungherese. Il problema era strettamente legato alla fondazione del Museo Nazionale Ungherese. In Ungheria è noto il fatto che la fondazione del Museo Nazionale è strettamente legata a quella della Biblioteca Nazionale Széchényi. Ferenc Széchényi, grande sostenitore di Giuseppe II, partì per un viaggio in Europa tra il 1787 e il 1788 e dopo alcune esperienze in Germania, in Boemia e in Inghilterra, giunse in Italia nel 1790-91. Il suo compito era quello di consegnare una medaglia commemorativa al re di Napoli a nome degli Ordini ungheresi, perché, al momento dell'incoronazione di Leopoldo II, il re aveva espresso un gran rispetto nei confronti degli ungheresi. In quell'occasione visitò biblioteche famose come quelle Vaticana, Laurenziana e Ambrosiana e in seguito a queste esperienze e sull'esempio del British Museum donò al paese la sua collezione hungarica. Solo grazie alle ricerche degli ultimi decenni si è chiarito il ruolo del Palatino Giuseppe nella fondazione del Museo Nazionale. Da queste ricerche risulta che una commissione di insigni storici e letterati abbia fatto dei progetti sulla fondazione del Museo Nazionale per soddisfare la richiesta del Palatino. Conformemente all'opinione della commissione, il Palatino Giuseppe avanzò una proposta al parlamento nobiliare per fondare, insieme alla biblioteca Széchényi, quella nazionale con lo scopo di raccogliere le opere artistiche del paese. Gli Ordini accettarono la proposta e nel 1808 codificarono la fondazione del Museo Nazionale 11 . Secondo la proposta originale avanzata al parlamento, la denominazione