Veszprémi Nóra - Jávor Anna - Advisory - Szücs György szerk.: A Magyar Nemzeti Galéria Évkönyve 2005-2007. 25/10 (MNG Budapest 2008)

STUDIES - TÓTH Sándor: A Magyar Nemzeti Galeria 11-12. századi kőfaragványai (részlet)

parti morse si emergono con un arco concavo verso la parte infe­riore come una ghirlanda, lo stelo (dove si è conservato) è a vo­luta, e anche la parte inferiore è decorato con foglie. Ma lo stile neanche in questi quattro casi è uniforme: per quanto riguarda la rappresentazione delle parti vegetali, questi capitelli interi o fram­mentari rappresentano due concezioni, e rispetto al mezzo capi­tello d'Esztergom, quello di Zagabria sembra di essere la variante più semplice. I tre capitelli d'Italia o di origine italiana per quanto riguarda la parte inferiore con foglie e la parte superiore a decorazione di foglie estese sono più vicini al gruppo di capitelli di Esztergom­Zagabria che al pezzo di Pécs. Per quanto concerne la composi­zione il capitello di Modena assomiglia a quello d'Esztergom, qui nella parte inferiore anche la rappresentazione delle foglie dimo­stra tratti vicini. Tra gli altri due quello di Monreale è il più vicino a questo, ma la parte superiore del motivo di foglie centrali è più complessa. Il capitello di New York, per la rappresentazione in­consueta delle forme vegetali, è différente da questi. Questo e i due precedenti sono tutti differenti dagli altri, perché le parti ve­getali morsi, allungatisi ai lati, iniziano sopra il nodo. In confronto con il gruppo Esztergom-Zagabria gli altri tratti sugli stessi ricor­dano piuttosto il capitello di Pécs: in tutti i tre ci sono teste d'ani­mal i con corna e steli incavati verticalmente oppure sui due precedenti ci sono elementi morsi formati corne mezze palmette con linea di dorso a rilievo, suH'ultimo la posizione delle corna e forse la forma della testa è identica. Perô, un particolare, che segna un rapporto di stile più deciso con il capitello di Pécs, non è di­mostrabile neanche nel caso di questi tre. I corrispondenti del modo di rappresentazione del capitello di Pécs sono ritrovabili un ambiente di stile completamente diffé­rente nella nostra patria. Le mezze coppie di palmetta scendenti, sulle quali ricordano le linee di contorno e l'articolazione degli elementi vegetal i morsi, sono rappresentati da caratteristici esempi di Zselicszentjakab (Fig. 20), inoltre dalla decorazione d'intrec­ciatura circolare di Zalavár (Fig. 21), da un frammento di un'arca sepolcrale di Székesfehérvár (Fig. 22), nonché altrove, senza la similitudine dei particolari. E' da menzionare in questo posto un altro frammento di Székesfehérvár (Fig. 23) che per il tipo di nastro evidentemente è in rapporto con il frammento di copertura menzionato, e cioè alio stesso sarcofago di Santo Stefano che è in rapporto con questo. Le dita dell'unica rimasta mezza palmetta del frammento di Székesfehérvár sono Usee a rilievo, come gli elementi morsi sul capitello di Pécs. Un altro esempio delle dita a rilievo è noto nella finitura tipo cornicione del frammento di bassorilievo di Pécsvárad (Fig. 24). II disegno di contorno, forato e a cinque articolazioni, delle foglie scendenti e centrali del capi­tello di Pécs si ripete in un altro frammento di Pécsvárad - perô non con una superficie liscia. La coppia, sporgente inaspettata­mente e grezzamente, degli elementi delle lance del capitello di Pécs ricordano i riempimenti di un tipo di rosetta del sarcofago di Santo Stefano. Il corrispondente dell'elcmcnto di chiusura - e cer­tamente dell'anello di collo - liscio, leggermente concavo e dotato di parti sporgenti, appare nel frammento di capitello di Székesfe­hárvár che si puó inserire nell'ambiente di stile dello stesso sar­cofago. Forme forate a bottone, simili agli occhi degli animali di Pécs si trovano sullo stesso sarcofago - sugli elementi vegetali (Fig. 26). Infme incisioni raffinate, che accompagnano la bocca appaiono nel bassorilievo della Galleria Nazionale Ungherese, che si puó mettere in rapporto con la prepositura di Óbuda (Fig. 27). Soltanto in base all'ultimo frammento si puô supporre un certo indiretto rapporto di stile tra il capitello di Pécs e gli altri reperti nazionali di tipo simile. Infatti, sulle foglie dell'albero sopra l'arco della cornice della parte figurativa di questo frammento appare un modo di rappresentazione che è osservabile anche sul pezzo d'Esztergom e forse anche su quello d'Óbuda. Datazione esiste soltanto nel caso del mezzo capitello della sala di Santo Stefano tra i pezzi del gruppo d'Esztergom-Zaga­bria: il diploma del 1198 che tratta la vendita del palazzo, rimasta sospesa, secondo cui venne costruito sotto il regno di Béla III (1172-1189). In Italia l'esemplare di Monreale evidentemente è del periodo del regno del sovrano siciliano Guglielmo II (1166­1189), e la datazione è probabilmente simile anche nel caso del ca­pitello della Ghirlandina di Modena. Quindi, sembra che i paralleli elencati della composizione del capitello di Pécs - eccetto forse il pezzo di New York - non si possano datare prima della seconda meta del secolo 12. I paralleli di stile del capitello di Pécs testimoniano un periodo précédente di questo. La diffusione delle coppie di mezze pal­mette nel nostra paese probabilmente fosse cominciata negli anni 60 dei 1000 a Zselicszentjakab. Per quanto riguardano le decora­zioni del sarcofago di Székesfehérvár è indicativa la data della ca­nonizzazione del 1083. I frammenti di Székesfehérvár e di Pécsvárad, in rapporto stilare immediate o indiretto con il sarco­fago, difficilmente sono più giovani di quello. Solamente nel caso del bassorilievo di Óbuda dobbiamo datare il reperto mezzo se­colo più tardi - e nel caso degli altri paralleli dobbiamo supporre una datazione sempre précédente. Tra i varianti, attualmente co­nosciuti della rappresentazione di testa d'ariete in questione, quindi, il più antico dev'essere quello che si trova sul capitello di Pécs. II capitello di Borosjenő (13: Fig. 28), rispetto alia rottura della parte posteriore era fissato al muro, quindi probabilmente appar­teneva alle arcate cieche. Dal posto dove pervenne, nei dintorni d'Arad (oggi Ineu, dal 1920 Romania), nei cui dintorni è cono­sciuto un monastero del periodo della dinastia degli Árpád (Die­nesmonostora), passava nella propriété del Museo Nazionale Ungherese nel 1878. Nella parte anteriore una sirena con coda di pesce appare in un forte bassorilievo. Tiene in mano ai due lati le code, la mano sinistra conservata ha un pollice sporgente. Le punte delle scaglie, che coprono le code, sono rotonde, in mezzo c'è una nervatura e in parte i bordi sono traforati. II busto nudo ha una figura snella, il torace è largo. La testa è ovale, piatta e gli occhi sono forati. Le due trecce che s'incontrano, si allungano fino alia radice delle code di pesce. Ai due lati del capitello ci sono due pesci - consucti accompagnatori delle sirene - rappresentati piatti, con la testa in su e con corpo diagonalmente scanalato. Ac­canto ad essi appaiono particolari di pesce oppure di un altro ani­male di senso poco chiaro che sembrano riempire gli spazi vuoti. Dei due tipi di rappresentazione del capitello nel materiale del­1'epoca Romanica soltanto la sirena è diffusa in qualche modo. Scolpite in pietra sono conosciuti ancora tre esemplari: su un ca­pitello di Dombó, di rappresentazione piatta (Fig. 31) in due bas­sorilievi di mensola di Pécs (Fig. 29), oppure - sopra il membro destro di una coppia di leoni a colli legati - in un mezzo capitello d'Esztergom (Fig. 30). I paralleli della testa dell'esemplare di Dombó, che si trovano su pilastri e mezzi capitelli, e i motivi ve­getali degli altri due lati del capitello dimostrano che è assai an­tica. Si puô datare attorno al 1200 quella rotondella d'Esztergom,

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