Takács Imre – Buzási Enikő – Jávor Anna – Mikó Árpád szerk.: A Magyar Nemzeti Galéria Évkönyve, Művészettörténeti tanulmányok Mojzer Miklós hatvanadik születésnapjára (MNG Budapest, 1991)
SZIGETHIÁgnes: Két Maratta követő, Giacirto Calandrucci és Benedetto Luti képei Budapesten
rattere segnalato da Voss : i contorni delineati con tratti mossi, ondulati, il colorito chiaro, dolciastro e la piacevolezza dell'esposizione che sflora la vuota banalità. Alle figure si prestano moite analogie tra i disegni del pittore, ma manca un bozzetto preparatorio da mettersi in diretta relazione con la composizione. Ma nel particolare del paesaggio che nel dipinto budapestino assume maggior rilievo per il numero ridotto delle figure presenti, Calandrucci utilizza un vecchio modello: in sostanza, infatti, ripete la struttura del fondo paesistico della Maddalena di Annibale Carracci conservata nella Galleria Doria. Calandrucci perö transforma i dettagli naturali in elementi scenografici, sieche il suo paesaggio, pur essendo piacevolmente armonico, rimane inferiore alla vitalità vibrante ed alle eminenti qualità liriche che il modello possiede pur nella sua perfetta composizione. Certamente lo stile di Annibale non influî direttamente su Calandrucci, ma con la mediazione di Giovanni Francesco Grimaldi, suo seguace. Lo conferma la somiglianza nella formazione dei particolari paesistici, del fogliame ricco e folto degli alberi, delle serpentine luminose sconfinanti nella lontananza, 6 conseguenza del fatto che diverse volte Calandrucci collaborô con Grimaldi a Roma. 7 La cronologia dell'attività di Calandrucci non offre elementi che rendano possibile di datare esattamente il quadro di Budapest. Seguendo la datazione dei due dipinti della galleria Pallavicini, 8 Lehmann, autore del catalogo, data anche il quadro di Kassel intorno al 1675. 9 Vista la profonda affinité stilistica con il quadro di Kassel, è da presumere che anche il dipinto di Budapest abbia avuto origine intorno a quella data, anche se Pinflusso di Gaulli è evidentemente più marcato nello stile del Bacco e Arianna, ma quanto alla cronologia di quest'influsso, siamo completamente all'oscuro. Non c'è ragione di supporre che l'artista abbia eseguito nello stesso periodo tutti i suoi dipinti conosciuti. Direi, ma più corne ipotesi che con certezza, che la data d'origine dell'opera potrebbe essere non posteriore al 1680. Il maestro, che nella ricerca dell'ideale classico si rivela continuatore della tendenza ormai antiquata della tradizione bolognese del primo Seicento, è un piacevole rappresentante del „pluralismo" della pittura romána dell'ultimo Seicento. Si puô inserire senza riserve nell'opera di Benedetto Luti, contemporaneo più giovane di Calandrucci, la Seena del Martirio che nel catalogo della Galleria Antica figura come opera di artista italiano o francese eseguita intorno al 1700. Larte di Luti, nativo di Firenze ma attivo a Roma fin dal 1691, è valutata dagli studiosi dell'arte come rappresentante importante della transizione tra la pittura secentesca e settecentesca. 11 Nel suo stile si fonde l'applicazione indipendente dei risultati del Seicento con le prémessé delle qualità della pittura rococo, sia nella morbidezza sensuale della maniera pittorica che nella scelta dei soggetti. La sensibilità e l'intéresse versatile di Luti si rivelano non solo e non sopratutto nei multiformi effetti artistici individuati nel suo stile, ma anche nella sua splendida collezione grafica creata con un raffinato gusto di collezionista. 12 Sia corne pittore che come collezionista era portato verso i generi intimi, astenendosi quasi del tutto da lavori monumentali. Egli era già rappresentato nel museo di Budapest: oltre al bozzetto della pala d'altare dipinta in una capella di S. Caterina a Magnanapoli (la comunione della Maddalena), 13 è pervenuta dalla collezione Pálffy nel Museo di Belle Arti una variante della sua Maddalena Pénitente nota in diversi esemplari. 14 Il pezzo più bello della composizione si trova in una collezione privata di Lucerna; 15 i suoi particolari sono ripetuti più modestamente nell'esemplare budapestino: manca infatti la ghirlanda degli angeli svolazzanti in alto, e sono ridotti dal pittore anche i dettagli del primo piano. Nel dipinto trattato con forti chiaroscuri il maestro sembra essere ispirato non tanto dalle reminiscenze neo-correggesche ricordate in relazione a Luti, quanto dai ricordi di Furini. Sestieri, il più récente monografo di Luti data il dipinto di Lucerna intorno al 1707, basandosi sulla sua somiglianza ai tre quadri dell'Accademia di San Luca di Roma: il San Benedetto eseguito nel 1694/95 corne „morceau de reception" e „La cena di Emmao" col suo pendant „Gesù nella casa del fariseo Simone", del 1707 entrambi. Ma la variante di Budapest appare più modesta non solo nei particolari, ma, da quanto si puô scorgere attraverso lo spesso strato di vernice, nel carattere più schematico della fattura. Perciô questa Maddalena va considerata come probabile replica della popolare composizione, a meno che una natura pulitura non venga a smentire la nostra ipotesi. La Seena del martirio, la decapitazione di un santo, figura nel catalogo della Galleria Antica con la definizione di „Decollazione di S. Paolo"; ma l'identità del santo è s ta ta da Bertelli giustamente riconosciuta come S. Anastasio, in base alla sua somiglianza alla sacra immagine della romána Abbázia dei Santi Vincenzo e Anastasio, ed è stato ancora lui a intuire per primo la possibilità della paternità di Luti. 17 Riguardo al dipinto sono state fatte non senza fondamento certe associazioni francesi: è noto che lo stile di Luti ha dei punti di contatto con i contemporanei francesi sopratutto nelle sue opere di soggetto mitologico, ma potranno ingannare anche i caratteri classicheggianti tipici del dipinto budapestino, insieme al colorito giallo-azzurro diffuso anche nei francesi. La composizione - mutatis mutandis - ricorda sotto molti aspetti i quadri del Reni a una sola figura, ma il metodo chiamato da H ibis bard amor vacui proveniente dallo spazio trascendentale del Reni viene applicato da Luti per creare un'atmosfera più intima e comune, atta a mettere in rilievo la figura. Il pittore ha collocato il personaggio principale insieme colla sua vittima nel primo piano del quadro, accennato con tonalità chiare dietro le mura e le torri della città. L'insieme di Sant'Anastasio trucidato e disteso per terra e dello sgherro in atteggiamento trionfante e brutale attraversa quale diametro dinamico lo spazio del quadro, e il loro movimento si trasmette nella figura dell'angelo che spunta dall'alto e nei cumuli di nubi turbinanti intorno a loro, costellati di putti. I tipi fisionomici di Luti di derivazione marattiana sono facili a riconoscere, e l'angelo volante col ramo di palma potrebbe essere gemello, anche se in una variante più pesante, di quello che si vede nel dipinto del