Budapest Régiségei 17. (1956)

TANULMÁNYOK - Voit Pál - Holl Imre: Hunyadi Mátyás budavári majolikagyártó műhelye 73-150

L'OFFICINA DI MAIOLICHE DI MATTIA CORVINO NELLA FORTEZZA DI BUDA Negli anni 1951 e 1952 gli scavi effettuati tra i ruderi della Reggia médiévale di Buda arrivarono al punto più settentrionale dell'ala occidentale del palazzo, dove ritornarono alia luce i muri di una costruzione il cui esame permise di constatare la sua origine quattro­centesca e che présenté i segni di ulteriori modificazioni eseguite non più tardi del secolo XVI 0 . La struttura della costruzione rivelô agli esperti che si trattava della scoperta delle vestigia di un .forno diviso in tre comparti­menti. In mancanza di oggetti archéologie! rinvenuti sul posto, ci toccava di confrontare i frammenti murari suindicati con altre contra ­zioni simili riguardo alla pianta ed alla struttu­ra, e di studiare inoltre le esigenze che indus­sero la Corte reale a costruire il forno. La forma e la struttura della costruzione escludono la possibilità di annoverarla tra i focolari ad uso culinario del palazzo. Non puô trattarsi nemmeno del'forno di un panificio, date le strette bocche orlate di pietie, e la pianta angolosa della cavità interna. Taie strut­tura contraddice anche all'ipotesi di avère scoperto la fucina di un'antica officina da fabbro. È stata presa in considerazione persino l'idea di avère scoperto le tracce di un ipo­causto, sistema di riscaldamento noto anche nel medioevo. Nessuna delle formazioni archi­tettoniche rinvenute durante gli scavi confermô perô la supposizione che tale sistema fosse mai stato adoperato per il riscaldamento dell'ala occidentale della Reggia. Le moite centinaia di mattonelle da stufa, ornate o no, che si trovarono tra i ruderi, ne sono invece le contro­prove. Il Palazzo, durante tutto il periodo che fu abitato, si riscaldava per mezzo di stufe a carbone e di camini. Quindi si pose il probléma se il forno ritor­nato alla luce poteva servire agli scopi di una delle officine di ceramiche che lavoravano per la Corte reale. I vasai europei del Trecento e del Quattro­cento si potevano raggruppare in tre catégorie corrispondenti ai di versi rami del progresso. Uno di questi gruppi produsse ceramiche di uso domestico, dipinte oppure decorate a ver­nice piombifera ; i tipi di forno adoperati dai ceramisti appartenenti a questa categoria, ave­vano una camera a forma cilindrica o tronco­conica sopra una pianta circolare. La loro costruzione non richiedeva esperienze tecni­che maggiori che quella dei forni rurali in uso fino ai nostri giorni. I ruderi deli' impianto di riscaldamento rinvenuto nella Reggia di Buda appartenevano ad un forno di dimensioni assai più vaste e rivelano una tecnica più sviluppata e nella lavorazione del matériáié di costruzione e nella struttura. II secondo gruppo dei vasai europei ado­perava forni di grande capacità, architettati con una tecnica superiore a quella del primo gruppo, e adatti alia fabbricazione di ceramiche di Faenza. II luogo della fabbricazione è stato perô precisato riguardo ad ogni categoria dei vasi di Faenza ritrovati nella Reggia, e tali luoghi si trovavano tutti oltre i confini del­l'Ungheria (v. Le Antichità di Budapest, XVI.), dove nel medioevo non si produssero affatto ceramiche di Faenza. La tecnica più progredita fu adoperata dalla terza categoria dei vasai che comprendeva i maestri della maiolica. Le cotture necessarie per la fabbricazione dei loro prodotti, e la fu­sione dello smalto stannifero di qualità ri­chiedevano più forni. Cipriano Piccolpasso, nel suo trattato scritto tra il 1557 eil 1559,rivelô i segreti dell'arte contemporanea della maiolica ; quest'opera contiene, tra altre cose, la descri­zione minuziosa ed illustrata con disegni delle forme e delle strutture . di tre tipi di forno adoperati per la fabbricazione delle maioliche ; il primo di questi tipi serviva alla fusione dello • stagno il secondo per la prima cottura dei vasi mentre nelterzo si procedeva all'ultima cottura delle ceramiche smaltate e di­pinte La supposizione che i forni della Reggia médiévale appartenessero ad una officina di maioliche, ci induce ad esaminare un altro probléma : resta infatti da determinare il génère di prodotti alla cul fabbricazione i forni pote­vano essere destinati. Secondo le testimonianze della dissertazione qui aggiunta, l'officina pro­dusse anzitutto mattoni da pavimento e tegole per la Corte reale di Buda, quindi si présenté la nécessita di costruire forni adatti a rea­lizzare la fabbricazione in brève tempo di una grande quantità di tali prodotti. Una stanza dell'ala occidentale del Palazzo venne tra­sformata in un locale adibito al collocamento dei forni che si costruirono, su modelli italiani, di mattoni inseriti nell'argilla, con porte di lavoro orlate di piètre. Una tale costruzione a tre compartimenti poteva assicurare all'offi­cina la continuità del funzionamento. Un forno minore, necessario per la fusione dello smalto stannifero, si trovava con ogni probabilità ne­139

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