Budapest Régiségei 14. (1945)

ÉRTESÍTŐ - Nagy Lajos: A budai hegyvidék újabb szórványos sírleletei 535-560

cosi lo ritroviamo su un framniento di lapide di Aquincum insieme con l'ascia e la graffa (fig. 17). Su due lati di un monumento sepolcrale, decorato a tutt'e quattro lati, che faceva parte di un monumento a colonna secondo l'uso occidentale (sopra il quale poteva essere una pinea) troviamo di nuovo degli stru­menti. Sulla parte anteriore, in un campo fiancheggiato da due pilastri, appaiono i busti a rilievo, di tre adulti e di due bambini, mentre in uno dei campi laterali è rappre­sentato un piccone, un martello, uno scal­pello e un compasso semplice. Sul lato po­steriore si trova una norma di una forma insolita. L'altro fianco è decorato con foglie di acanto (fig. 18). Sulla lapide familiäre di Mar. Aur. Zozimus, proveniente da Tétény, gli strumenti fanno parte organica della ricca decorazione del lato anteriore. Sotto il campo decorato a busti c'è una scena di sacrifizio. Ad un lato di questa scena sono rappresentati, entro un semicerchio, un compasso e una graffa, mentre dall' altro lato si trova una norma, similmente iscritta in semicerchio (fig. 19). In questo ragruppamento gli strumenti pos­sono essere gli attributi tanto di uno scal­pellino o di architetto quanto diunfalegname. Sulla lapide frammentaria proveniente da Brigetio, di L. Valerius Longinus, veterano della L,egio II Adjutrix (fig. 20), troviamo, nella stretta striscia sotto l'epigrafe, quattro colombe che mangiano bezzicando grappoli di uva, mentre a sinistra c'è un compasso ed a destra un'ascia. II compasso e la graffa appaiono anche su un rilievo mitologico di Óbuda (fig. 21) che rappresenta la lotta di Teseo e di Minotauro. È evidente che su questo monumento gli strumenti sono rappresentati quali segni lapi­dari dello scalpellino maestro della lapide stessa. Sulla lapide già menzionata di Q. Valerius Seius (fig. 15) il livello è rappresentato, sotto l'iscrizione, insieme con il perpendicolo, il compasso e la riga. Oltre al compasso semplice ad aste dritte conosciamo iiel nostro materiale romano anche il compasso curvo (circinus incurvus) . I/unico esemplare pannonico si trova su una lapide di Szentendre eseguita senza dubbio in una bottega di Aquincum. T. Fl. Felicio, augustale della colonia aquincense fece rap­presentare gli strumenti dello scalpellino sulla parte posteriore della lapide fatta eri­gere a se stesso ed alia sua famiglia (fig. 16). Da sinistra ed a destra sono rappresentati un compasso da scalpellino, fra le cui due äste ricurve c'è un' ascia con manico corto, tin livello con perpendicolo, e un martello da scalpellino, con lungo manico e con punte acute., Sono questi espressamente i segni particolari del lapicida. Anche il Museo di Aquincum trovô recentemente un tale com­passo di bronzo. II terzo strumento raffigurato sul sarcofago ritrovato presso il castello Schmidt è una graffa. • Graffe, adoperate come strumenti, figu­rano su altre lapidi pannoniche. Cosi la trovi­amo, p. es., sulla già menzionata lapide rappresentante una figura équestre (fig. 17) in compagnia di un compasso. Piccone e martello da scalpellino sono incisi anche sul lato di una lapide frammen­taria di Aquincum (fig. 23). Dopo l'enumerazione di queste analogie, riesce evidente che sul nostro sarcofago gli strumenti non hanno nessun rapporto con la professione dei defunti, ma sono semplice­mente segni lapidari dello scalpellino stesso o della bottega. Meritano ancora un'attenzione speciale tre lapidi militari di Carnuntum (fig. 24), poichè da certi punti di vista si distinguono dai monumenti sopramenzionati, per lo piu di origine aquincense. I loro primi ptibbli­catori riferivano erroneamente queste rappre­sentazioni alia professione dei defunti. L'età del nostro sarcofago puo essere fis­sata nella prima meta del III secolo e rientra bene nel materiale ritrovato delle botteghe degli scalpellini di Aquincum. Fra i monti di Buda sono state rinvenute anche molte altre sepolture, le quali perô non hanno nessuna carratteristica o non vi sono stati ritrovati che oggetti insignificanti 559

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