Budapest Régiségei 13. (1943)

ÉRTESÍTŐ - Auszüge = Estratti = Summaries 485-575

Probabilmente per loro tramite giunse anche in Ungheria questo motivo caratteri­stico dell'antichità. Vicinissimi ai monumenti di Esztergom sono i motivi e la model­latura dei capitelli che si trovano a Pavia (capitelli Nr. 706, 707, 722, 723, 735 del Museo Civico provenienti dalla demolita chiesa di S. Maria del Popolo) (Pig. 21.), a Milano in S. Ambrogio (Pig. 22.), non­chê quelli del capitello No. 645 del Museo Civico di Milano proveniente da S. Maria Aurora. Un capitello simile si trova anche nell'abside della chiesa di S. Pedele a Como. B' dunque incontestabile che i loro motivi e lo stesso stile furono importati nella nostra Patria dall'Italia settentrionale per tramite di scalpellini della regioné di Como, i quali più tardi giunsero, attraverso la Germania, fino aile lontane terre del Nord e cioè a Lund nella Svezia. Anche nella catted­rale di questa città (Pig. 24.) troviamo orna­ment! a foglie d'acanto simili a quelle dei monumenti ungheresi. Ma mentre quelli della Germania méridionale e della Svezia appartengono alia fine del secolo XI e alia prima meta del secolo XII, la costruzione delle chiese ungheresi, che possono esser tenute in considerazione, puô esser datata alia prima meta del secolo XI. La cattedrale di Sant'Adalberto ad Esz­tergom venne fatta edificare dal Re Santo Stefano, facendone iniziare la costruzione nel 1009. I/ altra chiesa di Esztergom, quella costruita ancor prima, in memoria del protomartire Santo Stefano, se si puô prestar fede ad un documento del secolo XIV, esisteva già al tempo della nascita di Santo Stefano, e dunque, alla fine del secolo IX. Se i frammenti ritrovati a Buda appar­tenessero alla chiesa ricordata nella leggenda di S. Gherardo, l'esecuzione delle relative opère dovrebbe esser terminata nel 1047, data del martirio di S. Gherardo. Sono oggetto di più vive discussioni la fonda­zione e la costruzione della prepositura di S. Pietro. Alcune cronache la attribuiscono a Santo Stefano, altre al Re Pietro ( 1038— 1046), e si trovano persino cronache secondo le quali la sua costruzione non era stata ancora compiuta all'inizio del secolo XII. E' probabile che la costruzione fosse stata iniziata da Santo Stefano, e continuata sotto il regno dei suoi successori. Questa suppo­sizione viene appoggiata anche dal fatto che a Buda-Vecchia, nei pressi dei ruderi romani rimasti sopra il livello del suolo, si erano stanziati i conqustatori della Patria, e persino la stessa tribu del Principe con a capo Árpád. Nel corso dei secoli XII — XIII era sorta tutta una série di leggende intorno ai ruderi di origine romána ; la leggen­daria Sicambria ideata dai francesi, venne qui localizzata, non soltanto dagli ungheresi, ma da tutta l'Europa. Taie circostanza, ad ogni modo, lascia supporre che Santo Stefano, le cui costruzioni furono fissate in territori già abitati da romani, fece erigere una chiesa anche a Buda-Vecchia. Per la basilica deU'incoronazione a Székesfehérvár parlano dati scritti per comprovare la sua erezione tra il 1004 e il 1038. A Pécs, infine, la fonda­zione dell'episcopato e l'inizio della costruzio­ne della cattedrale cadono all'epoca di Santo Stefano, ma la chiesa fu compiuta durante il regno di Pietro. Il gruppo sopramenzionato di capitelli di colonna e di pilastro, nonché di frammenti di architrave serviva, dun­que, alla decorazione di chiese érette nella pri­ma meta del secolo XL E' perô un fattore più importante che tutte e quattro le chiese vennero fondate dal re che ne assunse —• a differenza delle altre chiese monastiche o episcopali —- anche la cura della costruzio­ne. In base a questa considerazione è da supporre che siamo di fronte all'attività di una bottega reale di architettura e di scultura, caratterizzata da determinati ornamenti e dall'uso dello scalpello ricono­scibili sui resti di tutte e quattro le chiese. La cattedrale di Sant'Adalberto ad Eszter­gom f u f orse la prima opera di questa bottega che di qui passô a Székesfehérvár, a Buda­Vecchia e infine a Pécs. La magnifica lavora­zione del primo capitello di Esztergom puô essere attribuita a scalpellini immigrati da Pavia o da Como, presso i quali più tardi parteciparono ai lavori anche aiuti ungheresi. 521

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