Budapest Régiségei 13. (1943)

ÉRTESÍTŐ - Auszüge = Estratti = Summaries 485-575

trovavano nel secolo XI persino due cliiese (la cattedrale di Sant'Adalberto e la chiesa del protomartire Santo Stefano). Due capi­telli erano applicati lungo le mura del castello ; il matériáié délie chiese venne adoperato per il restauro delle mura del castello probabilmente dopo il deperimento della basilica di Sant'Adalberto. Il più beU'esemplare di tutto il gruppo (Fig. 6.) è un framniento non molto deteriorato. L,e sue foglie d'acanto che crescono su steli sottili coporno interaniente il capitello dalla forma di calice, mentre le foglie che sbocciano da steli ritorti a spirale, simili a fodere, s'inalzano fino all'abaco ornato da rose. L'altro capitello è già più sciupato, ma il sistema ed i motivi decorativi suoi sono perfettamente conformi al primo (Pig. 7.). Presumibilmente, quali capitelli di mezzi pilastri servivano da ornamento dell'arco trionfale che divide va il coro dalla navata. La modellatura a scapello di questo fram­niento è molto più dura di quella del capitello di Esztergom, decorato con i medesimi orna­menti (Pig. 8.) o di quell'altro (Fig. 9.) per il quale, nel sec. XI, adoperarono una lapide sepolcrale romána. L,a lastra della lapide che porta l'epigrafe, forma oggi l'abaco de] capitello e vi si decifrano facilmente alcune lettére dell'iscrizione di una volta (Fig. 10.). Un capitello di più piccole dimensioni (Fig. 11.) ma con i medesimi motivi, e lavorato pure a scalpello, nonche due framnienti (Figg. 12, e 13.) appartengono ancora al gruppo di Esztergom. Anche a Székesfehérvár si trovano alcuni capitelli della basilica reale dell'epoca di Santo Stefano, i cui ornamenti sono simili a quelli dei cimeli di Buda e di Esztergom. Il lavoro a scalpello e l'ornamentazione di un capitello di dimensioni minori (Fig. 14.) sono molto vicini ai monumenti sopraricordati di Esztergom. In un capitello di grandi dimensioni l'ornamento di foglie d'acanto è più grezzo (Fig. 15.) mentre su un altro frammento (Fig. 16.) è da osservare il collocamento del tutto speciale delle fila di foglie d'acanto. In uno dei suoi angoli si vedono tuttora alcuni particolari di un' ala — forse i frammenti di una figura d'angelo o d'aquila — mentre sul lato opposto, che venne più tardi tagliato, dovevano trovar­si, una volta, foglie simili; ne è prova il ritrovamento di frammenti minori (Fig. 17.) dissepolti nel corso dei recenti scavi. Vi possono essere anno ver ati, infine, ancora due capitelli fortemente danneggiati (Figg. 19 e 20.), benché il loro lavoro a scalpello più grezzo lasci suppore che l'esecuzione sia avvenuta in un tempo posteriore o per opera di aiuti-scalpellini. Simili ornamenti di foglie d'acanto si trovano anche tra gli avanzi della cattedrale di San Pietro a Pécs, appartenenti al secolo XI (Fig. 21.). I sopraelencati munumenti scultorei di Buda, di Esztergom, di Székesfehérvár e di Pécs possono essere annoverati nel mede­simo gruppo sia per il motivo ornamentale sia per lo stile ed il lavoro a scalpello. Pa loro principale decorazione è la foglia d'acanto, ornamento prediletto dell'architettura romá­na della tarda età imperiale tanto in Italia quanto in Oriente. Ma nel corso dei secoli V — VIII la ricchezza della sua forma va lentamente scomparendo e viene sostituita da capitelli di ornamento più semplice. All'epoca di Carlo Magno perù essa viene iuaspettatamente ripresa per volontà im­periale. Sappiamo che Carlo Magno fece portare capitelli da Roma ad Aquisgrana dove vennero non soltanto utilizzati ma copiati. Abbiamo dati simili per l'epoca di Ottone I, in merito al duomo di Magde­burgo. Ma questo effimero risveglio e l'imitazione dei monumenti antichi non poterono mutare l'indirizzo riducente dell'ar­te tedesca che si allontanô dalla natura. Diversa fu invece la situazione in Italia dove, dopo la decadenza del secolo VIII, si sviluppô l'ornamentazione delle forme a foglia, promossa soprattutto dalla presenza di monumenti antichi ivi esistenti. Cosi, nel periodo di transizione intorno al mille, scalpellini di Como — i cosiddetti »magistri comacini« —, diffusero in tutta l'Europa il tipo di capitello più ricco, più affine ai modelli antichi. 520

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