Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas

Franco VALSECCHI: La mediazione britannica nella guerra del 1859. La missione Cowley a Vienna, 10 febbraio - 10 marzo 1859

La mediazione britannica nella guerra del 1859 277 nodo della contesa. Buol non vuol nemmeno sentir pariare di „interferenze negli affari interni“ del Lombardo-Veneto, o degli Stati italiani alleati. É disposto, al piü, a fare un’eccezione, l’abbiam visto, per lo Stato della Chiesa, é disposto ad associarsi alle altre potenze per raccomandare un programma di riforme. Entro certi limiti, perö, öltre i quali ,,ci si esporrebbe al rischio di provocare pericoli che si vorrebbero scongiurare“. E con le dovute cautele. „Se le altre Grandi Potenze giudicassero conforme all’interesse generale e ai voti del Sovrano Pontefice di intendersi per via diplomatica su di un passo comune presso il Vaticano simile a quello del 1831, che la Santa Sede aveva considerato allora come un utile appoggio morale, daremo volentieri la no­stra adesione“. S’intende ehe l’opinione delle potenze dovrä essere presentata alia Santa Sede a titolo di consiglio amichevole, „con tutti i riguardi dovuti alia dignitä e aH’indipendenza del Santo Padre“17). Quanto alio sgombero delle truppe straniere dallo Stato Pontificio, esso non costituisce un proble­ma. „Poiché il Sovrano Pontefice ha giä preso verso l’Austria e la Francia l’iniziativa, poiché queste due potenze sono pronte a ritirare le loro truppe dal momento che il Governo Pontificio non giudicherá piu necessaria la loro presenza per il mantenimento dell’ordine, il problema appare oramai in via di soluzione“. Non altrettanto semplice, la questione dei Ducati. L’Austria é legata ai Du- cati di Modena e Parma da una convenzione, che sancisce il suo diritto d’in- tervento sia contro gli attacchi dall’esterno che contro le rivoluzioni all’in- terno. Il sistema egemonico austriaco trova cosi la sua salda cerniera nellTta- lia Centrale; tanto piü che anche con la Toscana, dal 1815, vigeva un patto dei genere. Per questo il Piemonte aveva fatto delle convenzioni uno dei ber- sagli principali della sua offensiva diplomatica18). Cowley non puó ignorare questo stato di cose: pone la questione dei Ducati all’ordine del giomo delle sue conversazioni viennesi. Buol gli oppone subito un netto no: é una que­stione di principo, e sui principii Vienna non transige. Il diritto dei govemi minacciati da una rivoluzione, di fare appello al soccorso esterno si basa suile „regole generali dei diritto delle genti“, sancite dai trattati dei 1815. ,,Le stesse potenze ehe non lo ammettono in via di principio, ne fanno uso a lor volta, quando i loro interessi lo esigono“19). In pratica poi una revoca delle convenzioni non farebbe altro ehe incoraggiare i tentativi di sovver- sione del Piemonte. E dietro al Piemonte é la Francia. II risultato sarebbe la 17) Ib. 18) V. Franco Valsecchi Le convenzioni austriache coi Ducati e la preparazione della guerra del 1859 (Atti del XXVI Congresso di Storia dei Risorgimento italiano, Bologna 1940). 19) Buol a Apponyi, 1859 marzo 10, cit. Cosi in una circolare alle rappresentanze austriache presso le Corti italiane 1859 marzo 12 (HHStA PA XI 199) Buol dichiara: „j’ai décliné toute discussion de principe sur la validité et le caractére irréprochable de ces transactions. Au point de vue pratique, j’ai demontré que ces traités défensifs étaient plus que jamais utiles dans un moment oü le systéme subversif du comte de Cavour chercherait ä s’abriter sous l’égide de la France“.

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