Alba Regia. Annales Musei Stephani Regis. – Alba Regia. Az István Király Múzeum Évkönyve. 25. – Szent István Király Múzeum közleményei: C sorozat (1995)

Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta XXXIV - Maccabruni, C.: Ceramica invetriata con decorazione a rilievo nuovi ritrovamenti dal territorio Pavese. p. 49–61.

(Gabelmann 1974; Gabelmann 1979; Pinkwart 1981). E, tuttavia, in epoca augustea, la produzione delle fabbriche padane e provinciali di T.S. di tipo aretino a stento si distingue, almeno inizialmente, dai modelli originali (v. ultimemente Zabehlicky-Scheffenegger 1991). Per quanto riguarda il vetro, si puö rilevare la diffusione, nell'area padana, contemporaneamente alla romanizzazione, di tipi caratteristici della produzione mediterranea orientale, siriaca e alessandrina; ma la fragilità stessa dei manufatti costituisce, in questo caso, un ulteriore argomento in favore del trasferimento in Italia delle maestranze più esperte. Anche nel caso deU'invetriata, si deve forse pensare ad una circolazione di artigiani piuttosto che ad un flusso di importazione tanto prolungato nel tempo quanto poco rilevante dal punto di vista quantitativo, per quanto si puö giudicare dall'entità dei ritrovamenti. Non penserei quindi alla creazione di vere e proprie filiali degli ateliers microasiatici, ma all'inserimento di alcuni artigiani, con il loro corredo di matrici e punzoni, all'interno di manifatture ceramiche dalla produzione differenziata. Alla soluzione del probléma ci si dovrebbe avvicinare, come è stato più volte affermato, avviando sistematicamente, per i reperti dell'area padana, l'analisi mineralogica degli impasti, previa acquisizione di elementi di confronto di accertata produzione orientale. Vorrei ancora segnalare un ritrovamento di particolare interesse, da un deposito di formazione moderna, a Pavia; per la prima volta è infatti attestata, nel contesto urbano di Ticinum, la presenza non soltanto deU'invetriata caratteristica del I sec.d.C., ma anche di una produzione decorata assegnabile alla media età imperiale, epoca per cui viene completamente a mancare la fonte di informazione costituita dalle necropoli della Lomellina, che tendono a esaurirsi già con la fine del I sec. d.C. Oltre ad un fr. di ansa con Daumenplatte (Cat.8), pertinente ad uno skyphos tradizionale, si sono rinvenuti frr. di una coppa dal profilo articolato in un alto bordo verticale e in una zona emisferica decorata (la forma è simile a quella di una grande coppa invetriata da Sarsina, assegnata al III sec. d.C., Maioli 1985, tav. 1,6) (Cat. 11). La decorazione in rilievo (figure di eroti tra palme) consente di accostare il pezzo ad un grande skyphos da Lione, con decorazione in rilievo da matrice, databile tra la fine del II e l'inizio del III sec.d.C. (il motivo della palma è ottenuto da un punzone molto simile) (Desbat 1986, 108, pl.5). Secondo l'ipotesi del Desbat, lo skyphos lionese andrebbe riferito a una fabbrica campana dalla produzione molto articolata. Alla stessa fabbrica si attribuisce anche una série di oinochoai a superficie liscia, caratterizzate da una placchetta con decorazione in rilievo applicata alla base dell'anse, attestate a Ostia e a Lione tra la fine del II e la meta del III sec.d.C. (Desbat 1986, 108, tav. 6,3; 6,5). Un fr. pertinente all'attacco inferiore di un'ansa, con gorgoneion in rilievo, proviene dal deposito di Pavia ricordato sopra (Cat. 10). A questi materiali va accostato anche un esemplare già noto da Locarno, che riproduce a sua volta un tipo caratteristico del vasellame bronzeo di tradizione ellenistica, la situla con "Gesichtsattachen" (Maccabruni 1981, 72-75). Per questo pezzo, l'analisi chimica deU'invetriatura ha messo in luce una differenza, nel rapporto tra le percentuali di ossidi di rame e di ferro, rispetto ai tipi diffusi nel I sec.d.C, che potrebbe indicare un diverso ambito di produzione. Ancora all'orizzonte cronologico del I secolo (età flavia) sembrerebbe invece appartenere, in base al corredo di provenienza, una coppa biansata da Tromello (Lomellina), che rappresenta al momento un unicum nel campo deU'invetriata (Cat.9). La forma, a pareti lisce, sembra derivare da quella dello skyphos tradizionale a struttura subcilindrica, da cui si differenzia tuttavia nella conformazione delle anse, sormontate da un placca orizzontale con gorgoneion in rilievo. Una simile decorazione è sporadicamente attestata nella p.s. di produzione iberica (Ricci 1985, Tipo 2/224, tav.96, 8). Il corpo ceramico si distingue decisamente, nel colore e nella composizione, da quello deU'invetriata da mensa diffusa in Lomellina nel I sec.d.C, e farebbe pensare a un pezzo isolato di importazione. CERAMICA INVETRIATA CON DECORAZIONE A BARBOTINA. Dai ritrovamenti degli ultimi anni appare confermata, in Lomellina, la diffusione di un diverso tipo di invetriata, che, sulla base dei ritrovamenti, sembra da includere tra le produzioni caratteristiche dell'area padana centroccidentale (Maccabruni 1985, 18-20). Forme e decorazioni non appaiono direttamente ispirate all'argenteria ellenistica, come neU'invetriata da matrice, ma trovano riscontro piuttosto nel repertorio generale della ceramica a pareti sottili (non di quella, tuttavia, attestata nello stesso ambito geografico. La tradizione dei modelli è evidentemente meno lineare di corne saremmo portati ad immaginarla). L'invetriata classica costituisce comunque il referente ideale di questa produzione in senso lato locale, che ne riprende il caratteristico bicromatismo, la preferenza per le coppe biansate e per le decorazioni di ispirazione végétale. Una coppa ad anse verticali, da Domo, priva di contesto (Cat. 12), è caratterizzata da una particolare ricercatezza cromatica: l'invetriatura è infatti giallo oro non solo all'interno, ma >anche nella zona superiore esterna, mentre in quella inferiore è di colore verde intenso. Lo stesso contrasto si puö rilevare in una coppa locarnese (anche questa purtroppo dovuta a un ritrovamento isolato), che présenta eccezionalmente una decorazione policroma (Maccabruni 1981, 67-69). In entrambi i pezzi, i motivi a barbotina (neU'esemplare da Domo si tratta di un tralcio stilizzato a festone) sono molto rilevati e ricordano, per la disposizione, motivi 51

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