Alba Regia. Annales Musei Stephani Regis. – Alba Regia. Az István Király Múzeum Évkönyve. 25. – Szent István Király Múzeum közleményei: C sorozat (1995)

Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta XXXIV - Ciarrocchi, B.: La ceramica a vernice rossa dalla basilica di Pianabella (Ostia). p. 231–239.

о пи=з \\ —д / \ Hef TW? U 3 Чв/| LI | \Щ \\ 1VVVW ^/ / Fig. 1: Decorazione a rotella In realtà dalle analisi minero-petrografiche entrambi gli impasti sono risultati caratterizzati dalla presenza di calcari ed augite e sono stati di conseguenza assimilati. Le lievi differenze in essi riscontrate, corne la presenza di trachite e microfauna individuata in alcuni campioni, fa ipotizzare l'approvvigionamento da diverse cave di argilla. In generale comunque taie situazione è senza dubbio confrontabile con quella geolitologica dell'area campano­laziale ed è una conferma délia origine locale di questa ceramica. Tutti gli esemplari di questa classe sono ricoperti da una vernice anch'essa essenzialmente di due tipi; il primo di colore rosso о, meno frequentemente, marrone, brillante ed aderente al corpo del vaso, il secondo del medesimo colore, ma opaco e molto più depauperato del précédente. Il primo tipo di vernice è frequentemente associato con una decorazione impressa a rotellature sulla superficie ësterna dei vasi (fig. J). Tale decorazione è attestata su alcuni esemplari di questa stessa produzione ceramica trovati a Roma (VERMASEREN-VAN ESSEN 1965, 437, n. 52, tav. CXII, 4), a Torre Tagliata in Toscana (Ciampoltrini-Rendini 1988, 528) ed a Porto Torres in Sardegna (VlLLEDlEU 1984, 335, fig. 330) in contesti datati tra il V e il VII secolo d.C. Dall'elaborazione della tipológia si è potuto notare che circa Г 87% degli esemplari appartiene a forme chiuse, potorie essenzialmente, mentre solo il 13% è costituito da forme aperte come coppe о scodelle (fig. 2). Le prime presentano generalmente la superficie esterna completamente ricoperta dalla vernice, mentre quella interna è verniciata solo per una fascia irregolare sotto l'orlo. Diversamente le poche forme aperte attestate si mostrano completamente rivestite, esternamente ed internamente. I dati raccolti dai matrix di scavo e soprattutto dalla associazione della ceramica di importazione con la comune dipinta, qui in esame, consentono di tentare una prima classificazione cronologica di alcuni tipi di questa produzione. Si è potuto accertare l'uso di questo vasellame nel contesto ostiense già a partire dalla fine del IV - inizi del V secolo d.C,, anche se con una percentuale bassa rispetto a quella molto significativa del periodo successivo. I pochi tipi che cominciano ad essere attestati in questi livelli (fig. 3), presentano tutti un'ottima fattura e sono costituiti sia da forme chiuse che da forme aperte. Su un esemplare compare già, anche se appena visibile, la caratteristica decorazione a rotella di cui si è in precedenza parlato (fig. 3., n. 2). Nelle unità stratigrafiche databili dalla meta del V all'inizio del VI secolo d.C. sono invece presenti la maggior parte dei tipi attestati a Pianabella appartenenti a questa produzione (fig. 4). Come si puö notare tutti gli esemplari sono forme chiuse, continuano ad avere una fattura molto fine ed alcuni la particolare decorazione. Solo due tipi sono attestati invece per la prima volta in contesti databili dalla meta del VI agli inizi del VII secolo d.C. (fig. 5); per molti altri (fig. 6) non è stato possibile proporre alcun riferimento cronologico, о perché presenti in depositi la cui natura non offriva alcuna datazione, о perché attestati in contesti altomedievali e medievali e percio molto probabilmente residui. Questa prima classificazione proposta détermina alcune osservazioni. In primo luogo si è constatato che alcune forme presenti nei livelli di fine IV, in quelli di 232

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