Alba Regia. Annales Musei Stephani Regis. – Alba Regia. Az István Király Múzeum Évkönyve. 25. – Szent István Király Múzeum közleményei: C sorozat (1995)

Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta XXXIV - Buora, M.: Ceramica a vernice nera da Sevegliano. p. 155–163.

Serie 2538 Due coppe con orlo a mandorla, segnato da una leggera scanalatura sotto il bordo esterno; impasto color nocciola (Munsell 7.5 YR 7/6) e vernice nera, densa e brillante. All'esterno sull'esemplare ricostruito graffito SA (tav. 5.1). La forma è présente già in contesti della fine del IV sec, come la tomba 584 di Valle Trebba (Berti 1987, fig. 249,7) e all'inizio del III sec. a Este (Chieco Bianchi 1978, tomba 3 della Casa di Ricovero, vasi nn. 4 e 117) e a Rimini (Riccioni 1972). Ancora nel II sec. si trova ad Adria (Fiorentini 1963, 23, fig. 7,5 = MOREL 1981, 181). Una seconda coppa da Sevegliano (tav. 5.2) ha orlo meno accentuato e piede di forma diversa. Forma vicina alla specie 1550 Attestata in un esemplare ricostruito (tav. 5. 3), proveniente da US 500, con bordo superiormente carenato, non arrotondato (impasto color 7.5 YR 8/4). E' probabile che anche questa forma sia derivata, forse attraverso successive mediazioni, dall'area volterrana. Il profilo verticale del piede è attestato ad Adria nel II sec. a. С Coppe simili a Morel 2982-2983 Due coppe, di uguali dimensioni, con diverso impasto e vernice. a) impasto color 2.5 YR 8/2 b) impasto con minutissimi inclusi in cotto di color 10 YR 8/4. Anche la vernice varia, essendo grigio verdastra nella prima e tendendo al nero brillante, con parti brune diluite, nella seconda. Vasca profonda, del diametro di cm 18, piede stretto. Un esemplare appare vicino alla forma 2982 (tav. 5. 5) e l'altro alla forma 2983 (tav. 5. 6). Altre due coppette più piccole (diam cm 14) hanno impasto color Munsell 10 YR 8/3 e vernice nera, rispettivamente brillante e tendente al brunastro. Coppette Consideriamo parte della ceramica a vernice nera anche due coppette con impasto di color Munsell 10 YR 8/4 e vernice facilmente scrostabile, di color rosso brunastro (tav. 5. 4). Impasto e vernice sono identiche aile coppe del gruppo B, sopra descritte. La forma puö rientrare genericamente nell'ambito della Lamboglia 27. Coppette simili sono presenti ad Adria, ad es. nella tomba 19, e vengono datate alla seconda meta del II sec. a.C. (Dallemulle - Marzola 1977, 20, nn. 28-29; Mangani 1982, 39, dalla tomba 24). Vasi di forme non completamente determinabili Si deve ricordare la presenza di almeno due coppe su alto piede, di diverso impasto e vernice, di cui si conservano solo frustuli che non consentono di determinarne meglio la forma. La prima, con impasto nocciola giallastro (tav. 5. 7) sembra simile alla specie 1262, présente ad Adria tra fine III e inizio II (Fiorentini 1963, 25, fig. 7,4 = MOREL 1981, 99). Della seconda, con impasto di "campana B" padana e vernice nera brillante, rimane solo una sottile sezione dell'alto piede: forse pote va appartenere alla specie 1415 che il Morel data tra la meta del II e la meta del I a.C. (MOREL 1981, 112). Vasi di questa specie sono noti ad Adria (Fiorentini 1963, 35, fig. 19,6), Calvatone (Fiorentini 1963, 35, fig. 19,7) e nel Modenese (Giordani 1989, fig. 16,10). Degna di nota la presenza, tra i diversi graffiti, della sigla SA su tre vasi di forma 1312 e 2538, con uguale impasto e vernice (tav. 5 8-10). Se, corne credo, questo si riferisce al proprietario, sembra confermata la contemporaneità délie forme. In conclusione il rinvenimento di Sevegliano offre il corpus più consistente di ceramica a vernice nera del II sec. a.C. dell'agro di Aquileia. Esso documenta la massiccia presenza della cultura matériáié romána in questo periodo e conferma la précoce romanizzazione dell'area, ove permangono ampie attestazioni venetiche e scarsi accenni della cultura LT. Risulta altresî confermato che anche il territorio aquileiese risente dell'ampia diffusione délie forme volterrane: (2) In particolare esso era strettamente collegato con il centro di Adria, (3) probabilmente tramite i percorsi marittimi ed endolagunari. Per questa via arrivano oggetti e il vasellame più pregiato, che poteva essere in parte anche imitato localmente. ( La carta di distribuzione presentata alla cartina 3 modifica e intégra quella già édita in Paoli 1985. M. Castoldi 1991, 142 avanza l'ipotesi che molto vasellame bronzeo tardorepubblicano présente nell'Italia settentrionale sia di creazione о produzione etrusca e in particolare sottolinea il fatto che gli oggetti sembrano diffondersi lungo gli stessi itinerari della ceramica a vernice nera di produzione volterrana. (3) Ipotesi in questo senso sono state sostenute, sulla base di diversa documentazione, specialmente dai protostorici; si veda da ultimo CASSOLA GUIDA 1989, 20 peraltro riferita a una datazione più alta. 157

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