Détshy Mihály: A gyulai veduták kérdése (A Gyulai Erkel Ferenc Múzeum Kiadványai 18. kötet. Gyula, Erkel Ferenc Múzeum 1960)

MASSUNTO Nel suo saggio l'autore parla delle vedute prima in generale, le raggruppa, elencando poi le somiglianze che si scoprono confrontando le riproduzioni grafiche dei secc. XVI.—XVII. delle cittá e delle for­tezze di Eger e di Gyula. La causa di tali somiglianze sta nel fatto che gli autori delle vedute lavoravano non in base alla realtá, bensi attingendo alle Stesse fonti, a identiche rappresentazioni, trasscurando del tutto la realtá. II quadro da fare era quindi modificato solamente secondo le esigenze del testo da illustrare. Fu cosi che per la rappresentazione della for­tezza e della cittá di Gyula si ricorreva spesso alle riproduzioni della cittá di Eger. Le vedute di Gyula si dividono in quattro gruppi. La veduta fatta da Mathias Zündt risulta essere le piú reale ed unica. Fu il punto di partenza per molti quadri il piano del 1561 di Paolo Mirandola, mon­ché la incisione di Domenico Zenoi inserita nell'opera di Giulio Ballino che usciva nel 1569 e che dava informazioni sulla cittá. La veduta di Gyula, eseguita dalló Zenoi ritrae in veritá la cittá di Eger. É probabile che Topera si basasse sul progetto di Mirandola. Numerose vedute di Gyula si basano ancora sulla incisione di Siebmacher, inserita nella Chronologia del 1603 di Ortelius. Anche la incisione di Siebmacher rappresenta la cittá di Eger.

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