Veress Endre: Gyula város oklevéltára. 1313-1800. (Budapest, 1938.)

Nova vera e distinta relatione de' capitoli della resa della fortezza di Gyula in Ungheria all'armi gloriose della Sacra Maestà di Leopoldo I. Imperator de' Romani Cesare Augusto. Capitò Sabbato 25 del cadente, giorno del Santissimo Natale di Nostro Signore alle 8 hore della mattina il Signor Carlo di Liebenberg capitano nel reggimento Marsigly, spedito dal Signor sargente generale di battaglia e coman­dante di Seghedino, barone d'Huyn, col felice aviso, che per l'Iddio gratia la for­tezza di Gyula, col suo presidio Mahomettano sia stata costretta ad humiliarsi all'Invittissimo imperatore de' Romani, e deponendo le insegne della luna otto­mana, rinvestire quelle della Santissima Croce. Le capitolationi, consistenti in 10 articoli furono fatte alli 21 del cadente in detto Seghedino tra il mentovato Signor generale barone d'Huyn e quattro Turchi principali di Gyula, a tal fine colà comparsi, et essendo venuto qua il predetto capitano colle medesime capito­lationi, affine di haverne la clementissima confirmatione di Sua Maestà Cesarea, conforme l'accordato, partì colla stessa la detta sera delli 25 di ritorno verso Seghedino. Le ulteriori particolarità si daranno colle venture, come anco li punti accordati della resa, li quali contengono in sostanza : Che nella fortezza resterà tutta l'artiglieria, munitioni et attrezzi da guerra di qual si voglia nome, e tutto sarà consignato alli nostri. Li prigioneri saranno rilasciati senza rantioni. Li Turchi et abitanti usciranno con armi e bagaglio, e seranno condotti a Temisvar, ma con una sola bandiera. Gli saranno a tal fine somministrati 220 carri e 50 cavalli da sella, e subito, che questi saranno pronti, e che sarà venuta la ratificatione Cesarea, doveranno essi partire. Gli ufficiali ottomani venuti a Seghedino vi restaranno per ostaggi, sin'al ritorno del nostro convoglio, e de'sudetti carri e cavalli. La guarnigione barbara doverà comprare i viveri per il loro denaro. Non gli sarà fatta da chi si sia alcuna infestatione. E quando anche, contro la speranza, avanti l'attuale sortita, vi arrivasse qualche soccorso forte, o debole, senza, o con provianda, la guarnigione turca non lo lascierà entrare, nè rivocarà in modo alcuno la sua parola ; etc. Questo è il succinto contenuto delle capitolationi, aspettandosi di sentire in breve ulteriori notitie, come pure l'essecutione delle medesime. Haveva alcuni giorni prima il motivato comandante di Seghedino (sull'aviso havuto, che li Turchi di Temisvar volevano condurre provianda in Gyula) man­dati su li passi tutti gli Ussari et Aiducchi del suo comando, li quali batterono le vanguardie ottomane, fecero 30 prigioni, tra quali l'Oser bassà, tagliarono a pezzi alcuni altri, e spinsero alquanti nel fiume, dove rimasero sommersi. Gli altri, che colla provianda già erano in un villagio detto Paulis, ad un' hora dal' Maros, sentendo questo fatto, ritornarono subito indietro verso Temisvar. Neil' attione medesima era stato anche il figlio del bassà comandante di Gyula, che però hebbe la fortuna di salvarsi. (M. Nemz. Múzeum. Bpest. Apponyi-könyvtár 1448. sz.) 712. Wien, 1694 december 25. Alessandro Zen követ a velencei dogénak. Gyula vàràt a török feladta a császári seregeknek. Azok három év óta próbálkoztak ostromával, de az télen nehezen ment, mivel a mocsarak jege nem bírta az ágyúkat, nyáron meg az árvizek miatt volt nehéz megközelíteni. Ivron­feld tábornok kísérlete után a szegedi parancsnok, Huyn ezredes ért célt alkudozá­saival, melyeket a gyulai őrség kénytelenségből folytatott vele szívesen, nagy élelmiszer-hiánya miatt. Gyula átadásának feltételeit ma hagyta jóvá a Felség s indult velük vissza a futár. (R. Arch. di Stato. Venezia. Dispacci di Germania.)

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