Folia archeologica 1-2.

László Gyula: Egy régensburgi vállkő

KÖNYVISMERTETÉSEK— BIBLIOGRAPHIE 229 András Alföldi, TRACCE DEL CRISTIANESIMO NELLA PANNÓNIA DURANTE L' EPOCA DELLE GRANDI MIGRAZIONI Album Santo Stefano, vol. I. Budapest 1938. pagg. 149—170. Alföldi riassume in questa sua opera tutte le cogni­zioni sul Cristianesimo, relative al tempo che va dallo sfacelo dell' Impero Romano al crollo dell' Impero Avaro. 1 Nella prima parte dell'opera (pagg. 151 — 163), l'Autore si occupa dell'esame del progresso della reli­gione di Cristo tra le popolazioni indigene romanizzate. Sebbene le fonti scritte relative a quest'epoca siano frammentarie e il materiale di cimeli manchevole, pure la presentazione del problema da questo punto di vista è importante perchè è in relazione alla questione della continuità. Verso la fine del IV sec. la religione cristiana è ormai diffusa tra tutta la popolazione della nostra Provincia: appunto perciò ogni traccia relativa alla sopravvivenza delle popolazioni romanizzate, molto probabilmente, rappresenta anche la prova della sop­ravvivenza dello stesso Cristianesimo. E viceversa, alla disgregazione dell'organizzazione ecclesiastica segue la dissoluzione dell'organizzazione civile e militare di Roma. La relazione organica tra Romanesimo e Cristiane­simo, che dal punto di vista letterario forse non è tanto chiaramente riscontrabile in altre opere quanto negli scritti storico-polemici di Ambrogio che ebbero una decisiva influenza sullo sviluppo religioso della Pannónia, rende necessario di iniziare qualsiasi trattato sul Cristianesimo dell'epoca delle grandi migrazioni, con lo studio dello sfacelo dell'Amministrazione civile e militare di Roma. L'autore del «Untergang der Rö­merherrsschaft in Pannonieny> segna sotto questo ri­guardo direttive d'importanza fondamentale per i futuri studiosi. La Pannónia, come lo afferma Alföldi, non cadde vittima dei barbari ad un tratto, ma gradualmente. La prima a soccombere la Valeria, quella parte della pro­vincià che venne in maggior modo esposta all'assalto dei barbari, la cui caduta provocò inevitabilmente la perdita del settore occidentale. Nella prima metà del V sec. tutta la regione dell' Oltre-Danubio d'oggi cessò di far parte dell'Impero Romano. Il destino della re­gione compresa tra i fiumi Drava e Sava, subi certa­mente una radicale trasformazione poiché l'indipen­denza di quelle popolazioni romanizzate rimase intatta fino al sopravvento degli Avari. In conseguenza i cris­tiani potevano vivere in più favorevoli condizioni nelle zone meridionali dell'ex-provincia romana Pannónia che in quelle settentrionali dove, dalla marea barbarica della prima metà del V sec. in poi, emersero soltanto poche isole della civiltà cristiana. Una di queste isole di cività fu Sopianae, la Pécs odierna. In questa città furono ritrovati, prima alcuni monili muliebri vicino al cimitero Cristiano del rione industriale, poi i resti di una Cappella a sette archi, preziosissimi documenti dell'epoca poiché colmano il vuoto tra il IV—V sec. e quello IX: periodo che manca di qualsiasi traccia di cultura Cristiana. Fino all'inizio del VII sec. nei dintorni di Keszthely visse la popolazione cristiano-romana la sua vita irta di peripezie e vicino a Székesfehérvár, pi obabilmente a Tác-Fövenypuszta, 2 ancora nel V sec. erano in corso lavori, forse di trasformazione, di una basilica Cristiana. Sul frammento dell'inferriata che divideva la cappella dell'Aitar maggiore dal resto della Chiesa, è stato trovato un monogramma di Cristo che per il suo tipo è certamente di questo secolo e, come 10 dimostra per primo Alföldi nel suo trattato, è per­fettamente identico al monogramma della fibbia ritro­vata a Dombovár. Gli scavi fatti intorno alla Basilica di Quirino a Szombathely ci fanno pensare che il culto sia sopravvissuto anche a Savaria. Più ampie cognizioni abbiamo per la regione compresa tra il Drava e il Sava. 11 registro dei Vescovi di Sirmio, seppure manchi di alcuni nomi, è ricostruibile fino all'epoca dell'assedio del Kagano Baián. In queste città fino ai primordi del Medioevo, oltre il culto di Demetrio e di Anastasia, fiorì probabilmente anche quello di Ireneo. 3 Quanto a Siscia, Alföldi ritiene come personaggi storichi i vescovi Johannes e Costantius nominati negli Atti dei Con­cilio di Salona (pagg. 155—156). Anche nella cittadina di Bassianae, ancora nell'epoca di Giustiniano, vivevano cristiani. Esaminando le denominazioni dei centri abitati, dati preziosi per stabilire la continuità, si osserva che mentre il settore occidentale della Pannónia è pieno di deno­minazioni romane facilmente riconoscibili e tramandate fino al Medioevo (Vindobona-Vienna, Siscia-Sisak), l'an­tica Pannónia Secunda, come una parte della Valeria Á possono essere definite come regioni in cui «la conti­nuità viene stabilita, anziché dalla denominazione ro­mana, dalla denominazione di origine ecclesiastica rimontante all'epoca della tarda antichità.» (pag. 158). Alföldi a questo proposito cita i nomi di Mitro­vica, Szent-Ernye, e Quinque-Basilicae. Queste sporadiche tracce della sopravvivenza sono molto significative se si tiene conto delle gravi perdite subite dal Cristianesimo nella Pannónia dalla fine del IV sec. in poi. L'organizzazione ecclesiastica del Catto­licesimo, trionfatore delle lotte fra l'Arianismo e l'Orto­dossia durate circa un mezzo secolo, si dissolve comple­tamente nel V sec. La popolazione cristiana viene ster­minata о ècostretta a fuggire verso le province meri­dionali più sicure. Questi profughi appaiono verso la fine del IV sec. ad Imola ed a Roma. All'inzio del secolo seguente una parte dei Cristiani di Savaria si rifugiò nella Città Eterna, portando con sé le reliquie del Martire Quirino. Persino la Gallia accolse i profughi pannonici. Numerosi Cristiani di Sirmio sfuggiorono all'invasione Avara riparando nella vicina Dalmazia. L'arcipelago dalmata anche prima di questa epoca fu mèta di uomini che cercavano la quiete lontani dal mondo, í fra questi sappiamo di un homo Pannonius. 5 I popoli barbari che invasero la Pannónia trova­rono pochissimi cristiani tra gli indigeni: ma non per questo non subirono l'influenza della Fede di Cristo. La seconda parte del libro di Alföldi tratta i primi

Next

/
Oldalképek
Tartalom