AZ EGYETEMI KÖNYVTÁR ÉVKÖNYVEI 2. (Budapest, 1964)

Egyéb tanulmányok - Hermann Zsuzsanna: La carriera d’un umanista. (Girolamo Balbi) (Riasunto)

indicano come anche in Ungheria egli si sia applicato a studiare gli autori antichi, soprattutto il Plinio. Il punto di gravitazione della sua attivitä si spostö in Ungheria verso la diplomazia, ed in questo campo — precipuamente fra il 15I8 ed il 1521, e poi al servizio di Ferdinando, fino al 1524 — egli ebbe una parte importante. Durante gli anni passati in Ungheria — a prescindere da qualche epigramma — non pubblicö nulla dí pro­prio. Benche, in base ad un'asserzione d'Erasmo, anche lui figurasse fra gli autori supposti del cosiddetto „Julius dialógus", scritto ed edito in quel tempo, e che attacca direttamente papa Giulio II ed öltre a ciö pure le condi­zioni ecclesiastiche d'allora, ё ovvio che non c'entrava per niente. Gli argomenti avanzati per convalidare la sua paternitä (il preteso suo odio per papa Giulio II, attribuito alia suaorigine veneziana; la sua posteriore „opposizi­one al papa",ed il suo ulteriore atteggiamento di „riformatore della Chiesa"; il suo naturale irrequietoesinda­catore) da un lato non reggono, almeno in questa forma, e dall'altro non servono affatto di prova in favore della sua paternitä di quest'opera patrocinatrice degli interessi di politica ecclesiastica francesi, e di carattere mili­tantemente riformatore della Chiesa. I suoi rapporti colla Chiesa e col papa furono determinati dalla situazione politica del momento. Fra le sue opere posteriori al 1524 il diaframma fu il Sacco di Roma: 1'argomento dei suoi scritti pubblicati in prece­denza era la glorificazione del Pontefice e della sua politica, mentre dopo il 1527 esaltava Carlo V ed i suoi in­tend. Colle sue dichiarazioni ,,ostili al papa" e di „riformatore della Chiesa" dava voce all'indirizzo seguito in quell'epoca dell'imperatore. In questo periodo scrisse altresi la piu nota delle sue opere, il „De coronatione" , che spalleggia ideologicamente l'incoronazione a Bologna di Carlo V. Sempre coerente restö nel campo della politica ecclesiastica la sua osrilitä a Lutero ed il suo atteggia­mento verso gli utraquisti boemi. Nello stesso tempo, durante tutta la sua carriera fu accusato dai coevi — oltre ad altre tacce d'or­dine morale — d'indifferentismoreligioso, e perfino d'ateismo. Politica classista feudale ed indifferentismo re­ligioso che rasenta l'ateismo — questa duplice fisionomia dell'umanesimo ungherese dell'epoca degli Jagelloni caratterizzö anche il Balbi. Il ritratto di questo borghese italiano nullatenente divenuto prelato s'inquadra appi­eno in quell'ambiente. 16* ­243

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