VJESNIK 19. (ZAGREB, 1917.)

Strana - Sveska 1. i 2. - 26

26 spirito di Anarchica libertà. Si pensö di radunare i Deputati delle Com­munità della Provincia onde provedere, che non nascesero no vità distruttrici dell' ordine, e della tranquillità generale. In cotesto Congresso si stabili la pena contro il Lustizzano uccisore del Canalese, e fù con­venuto a voce, che quallora la Repubblica Veneta, sotto qualunque forma di governo si fosse, ritornasse all' integrità delle sue Provincie, e ad un' aumento, sicconTe si vociferava, le Bocche dovessero unirsi a Lei, non potendo queste ne rimanere da se, ne assoggettarsi ad una Potenza non maritima, ritraendo dal commerzio maritimo il proprio sostenta­mento. Si uni il Congresso delle altre volte ancora, e parve che una tale unione servisse a tenere in freno il popolo disposto a qualunque pessima novità. Ma il Congresso o non pensava agli affari i più importanti per sistemare la Provincia alla durata di qualche tempo, onde veder chiaro a quai partito dovevamo appigliarsi, o non ammetteva providenze robuste a un tale aggetto ; o i più sensati deputati conoscendo, che non sarebbero ammesse le più giuste, e più addattate propposte, tralasciavano di sottopporre aile deliberazioni i loro pensieri ; cosicchè i rissultati de' Congressi Provinciali non versavano, che a providenza del giorno, e a nessuna per V avvenire. Si scrisse al Vladika di Mon­tenero communicandogli lo stato delle Bocche indeciso nelle sue poli­tiche rissoluzioni ; che si sarebbero esse unite a Venezia quallora questa col tempo fosse per reppristinarsi nella sua grandezza sotto qualunque forma di governo ; e che si sperava da lui corne buon vicino, ed amico un aggradimento a tali communicazioni. Si ebbe risposta soddisfacente, e preghiera di renderlo inteso di tutto quello si sarebbe per istabilire. Giunsero alli 15. Giugno lettere da Venezia colla data 18. Maggio, ed una tra queste di un Municipalista. Il Co. Trifon Gregorina da Cattaro, che era stato chiamato dal commitato commissionato di versare sopra Y unione delle Provincie Oltremare, scriveva da colà, che avevagli assogget­tato, che le Bocche essendo divenute libère, bisognava due commissari, tra quali un Expatricio, che colà fosse stato, noto, e stimato, e nominava Y Expatricio Marco Zorzi, con un accompagnamento di forza, la quale egli rappresentava corne serviente a dignità, e non ad imporre, per invitarle ad unirsi, e cio facendo credeva, che la Bocche si sarebbero unite. Altri pure Bocchesi furono chiamati a dar qualche consiglio sull' affare. Chi appoggiava il Consiglio Gregorina, e chi sugeriva bastare un' invitto per iettera senza Commissari, e senza forze. La Municipalità di Venezia per non far nulla, e per perdere a se stessa le Bocche scielse la strada la meno dispendiosa, e la più facile, dando vetta al loro Municipalista Jovovich Bocchese, uomo questi fatto per il ragiro quallora non igno­rasse I' essenza delle cose. Spedi il Cap.° Zivcovich da C. Nuovo uomo di nessuna conseguenza appresso la Nazione, con lettere per le Commu­nità, e per il Vladika.

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