ARHIVSKI VJESNIK 2. (ZAGREB, 1959.)

Strana - 399

Izborni proglas Socijalističke stranke u Splitu Manifesto elettorale del Partito Socialista in Spalato Popolo lavoratore ! Dopo mezzo secolo di eroica lotta sostenuta dal proletariato austriaco, le classi dominanti per forza e paura riconobbero equo il postulato del popolo — il suffragio universale, uguale, diretto e segreto. — Quando la borghesia diven­ne impotente a impedire la realizzazione, quando s'accorse che sono superflui le prigioni e i paragrafi, allora i fattori della sua ruina tentano di convertirli in mezzi di salvezza e di conservazione. Il vecchio parlamento è morto. Le ingiustizie del vecchio sistema elet­torale sono scomparse. Legalmente è garantita l'uguaglianza e il segreto elet­torale, condizioni indispensabili per dare al popolo la possibilità di distruggere la potenza borhese. Finora difficilmente si tentava d'impedire l'inganno, il tradimento, il mer­canteggiare. Nel periodo elettorale tutto era adoperato: minacce alla vita e alla proprietà; violenza morale e fisica; corruzione con vino, con cibi, con danaro; tutto era permesso e possibile alia borghesia, tutto succedeva dinanzi gli occhi indulgenti del governo, dell'»imparzialità« delle leggi; anzi coloro che avreb­bero dovuto essere garanzia di pace, di ordine, di legalità, erano il braccio protettore dei violatori dei diritti. In tali condizioni si facevano le. elezioni e il popolo manifestava la sua »libera volonte«; con tali mezzi si eleggevano i deputati borghesi. Ogni protesto, ogni libera voce, ogni tentativo contrario si sopprimeva con mezzi infami. E così per una lunga serie d'anni si denigrava il nome di Dalmazia, e tutti i governi trovano nei deputati dalmati i propri servi, pronti a votare le leggi più gravose e liberticide. Il governo di Vienna seppe far tacere i deputati più loquaci, gettando loro qualche osso come a cani famelici, e così la Dalmazia sempre fù dominio di tutti i governi Popolo ! Le elezioni sono indette. Tutto ciò che può venir sedotto dall' intrigo e dalla speculazione, s'agita e gongola. Tutte le ambizioni divampano e si dimenano come lingue infocate. Molte mani, le quali nelle epoche passate si resero colpevoli attentando alla tua libertà e al tuo benessere, si unirono ad altre, pronte a commettere nuovi delitti, contendendosi il mandato che è nelle tue mani, popolo lavoratore! Tutte le frazioni della borghesia, dai liberali ai preti, dai croati agl'italiani, tutte ti chiedono il voto; tutte ti fanno molte promesse con l'intenzione di no a mantenerle e con la coscienza di non potere mantenerle. Ma noi siamo arcistufi di croati e di italiani. Per noi non esistono più nè croati, nè italiani, nè clericali, nè liberali, bensì degli affamati e dei satolli, degli oppressi e degli oppressori, cioè due soli gruppi: uno grande, il quale lavora soffrendo schiavitù e miseria; e uno piccolo, il quale non lavora e gode la vita. Popolo lavoratore ! In ogni tempo la borghesia ha saputo adoperare il popolo contro il po­polo e con la sua forza schiacciarlo, sottometterlo, vincerlo; e dinanzi ai suoi occhi, agitando differenti vessilli, in nome di Dio, della Patria ha acceso lotte fratricide. — 399 —

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