Molnár József - Szilas Péter: Luci Notturne - La nostra Budapest (Budapest, 1993)

La luce gialla La sorgente luminosa, molto piü efficace di tutte le altre precedenti, la lampada a sodio, fu introdotta alia fine degli anni settanta anche all’estero. A Budapest fecero sperimenti all’inizio degli anni settanta. Mel 1972 nell’Al- kotmány utca venne montato il primo impianto di lam­pada a sodio, in seguito il Ponte a Catene e la galleria vennero illuminati dalia luce gialla. Clna déllé caratteristiche dello sviluppo dell’illumina- zione pubblica é ehe i nuovi mezzi e possibilita tecniche appaiono molto prima dell’uso generalizzato dei vecchi sistemi. Lungo le strade piü grandi e nel Centrocitta si cambiavano generazioni di lámpádé, mentre nelle zone periferiche non awenne la modernizzazione. II numero sempre maggior déllé lámpádé e l’aumen- to dei costi resero presto chiaro ehe 1’illuminazione con lámpádé a incandescenza era insostenibile a lungo. In seguito nacque la nuova lampada, giudicata da molti, ma diffusa per tutto il paese. Essa, di fronté a quella anteriore, la cui lampadina doveva esser sostituita quat- tro volte alfanno, richiedeva una sostituzione menő del decimo, ma aveva la luminosita piü di cinque volte piü intensa di quella precedente. II suo maggior beneficio era forse ehe con ciö ebbe inizio nella capitale la sostitu­zione déllé sorgenti di luce e dei corpi lampada, la quale era durata per anni. Gli anni settanta, prima di tutto per la costruzione di grandi condomini, erano caratterizzati dalfenorme es- pansione della rete. Purtroppo, la monotonia di questi condomini non poteva essere rótta nemmeno dall’illu- minazione pubblica. C’erano gli stessi tipi di lampioni ovunque. Nonostante gli sforzi fatti per esempio a Óbu­da, dove si cercava di ritrovare fatmosfera caratteristica collocando lampioni anticheggianti nella Fő tér, i quali, purtroppo, sono abbastanza rari. L’immagine déllé zone centrali stava trasformandosi anche per le costruzioni della metropolitana, collegan- dosi alle stazioni sotterranee, vennero costrutti nuovi nodi, arcate e sottopassaggi. Sulla superficie vennero applicate lámpádé moderne montate su colonne d’ac- daio alte 11-18 metri, mentre nella maggioranza dei sottopassaggi tubi fluorescenti. Melle vie piü strette si diffondevano le lámpádé montate sui muri o quelle che avevano la forma di scatola applicate su fili tesi in mezza strada per risparmiare costi e spazio. Caratteristica degli anni ottanta fu il cosiddetto pro­bléma dei boschi di colonne. Le colonne reggenti i fili di 42

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