Molnár József - Szilas Péter: Luci Notturne - La nostra Budapest (Budapest, 1993)

di lume detta «candela». La lampada a osmio brevettata nel 1901 consumava «da candela» solo 1,5 Watt, essen- do cosi molto piü economica di qualsiasi altra prece- dente. II filamento di carbone fu sostituito piü tardi da quello a tungsteno. Fu diminuito il consumo d’energia elettrica déllé lámpádé, mentre l’intensitä luminosa e la durata furono notevolmente maggiorate. Nonostante l’esistenza delle possibilitä tecniche, in conseguenza del contratto stipulate con la societä triestina «si riusci» a rimandare per diciotto anni l’introduzione deH’illumina- zione stradale elettrica, anche se fosse stata considerata oppurtuna da tutti e nessuno avesse potuto trovare ragioni contrarie, né tecniche, né pratiche. Metodo di questo temporeggiamento era di fare sempre proposte alia ricerca di soluzioni meno costose o di condizionare la realizzazione a notevoli maggiori compiti, come per esempio alia costruzione di centrali. E risolto (o even­tualmente fallito) il compito stabilito, fu dimenticata la realizzazione dello scopo originale. Di buoni esempi perö ce n’erano. Nel 1884, nell’tlngheria della Monar­chia, a Temesvár, cittä dallo spirito molto progressive, fu inaugurate il primo stabilimento pubblico di genera- zione di energia e, tra le prime del mondo, fu introdotta nell’intera cittä l’illuminazione stradale elettrica. Alcune lámpádé furono montate anche a Mátészalka nel 1888, la capitale invece restava ancora in ultima flla. Nel 1866 la Ganz e Co. entrö in gara. Aveva sviluppa- to la propria lampada ad arco e siccome a Roma, a Torino, a Milano e in alcune altre cittä europee ci aveva giä degli stabilimenti ehe funzionavano con esito, fece la proposta per l’illuminazione di alcuni viali important! della capitale. Secondo la loro proposta i costi operativi delle lámpádé ad arco sarebbero stati quasi uguali a quelli delle lámpádé a gas. La capitale invece era anco­ra vincolata da contratto alia Compagnia Generate Au­striaca di Gas Triestina. Cosi la Ganz S.pA. dovette chiedere l’autorizzazione della Compagnia per poter introdurre l’illuminazione elettrica. Quella invece non la diede, riferendosi allo «eccellente» contratto di conces- sione: «alia costruzione di qualsivoglia rete ehe serva a scopi d’illuminazione nel territorio della capitate» aveva autorizzazione esclusiva la societä di gas. Nel 1891 quando il contratto di illuminazione stipulate con la societä venne rinnovato, la capitale stabil! ehe nelle incrementazioni dovrebbe essere utilizzata anche l’illu- minazione elettrica. Nonostante ehe nel 1893 il Consiglio Municipale avesse dato via libera all’illuminazione stradale elettrica 18

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