Buza Péter: I Ponti sul Danubio - La nostra Budapest (Budapest, 1992)
Presso le teste di ponté la cittá si é aperta di Pest fossero pronti a rinunciare ai loro diritti flno allora strenuamente difesi. II senate, composto da aristocratici, aven- do sentito tale rapporto letto e interpretato dal conte palatino, alia fine si arrende. Nel 1832 Széchenyi fa la conoscenza di Tierney Clark, il quale aveva progettato a Hammersmith un ponté a catene molto simile al nostro attuale Ponte a Catene, anche se di dimensioni piti modeste. Entra in scena anche Adam Clark, soltanto omonimo del futuro progettista. Dal 1834 lavora ormai in (Jngheria, dirige di persona i lavori di scavo nell’alveo del Danubio, sul bordo della navicella «Vidra», ed esplora per diversi anni il fiume, errando con la sua piccola barca a vela su e giti sul Danubio, per riuscire a sapere il piti possibile su esso. Nel 1837 1’alveo viene esplorato anche con una campana subacquea. Le immersioni hanno destato enorme clamore, siccome tale strumento non era mai state applicate prima sui fiumi ungheresi. (Sappiamo anche la data della prima immer- sione : 21 settembre e naturalmente anche Széchenyi é presente all’esperimento.) Fra il 1836 e il 1840 quando la costruzione del ponté é decisa ma non ancora la forma di impresa in cui sara realizza- ta e neanche la struttura da applicare, si svolgono eventi importanti. Ci sono due banche concorrenti, qualla di Sina e quella di Wodianer, le quali incaricano ciascuno un ingegnere di preparare i progetti preliminari. György Sina incarica proprio Clark, mentre Sámuel Wodianer incarica un certo George Rennie, connazionale di Clark. Rennie ha preparato perfino quattro progetti. Infine due esperti imparziali, inglesi pure loro, vengono invitati a dare un giudizio sul concorso e questi, 17 2