Korniss Péter - Erdős Virág: Cortili - La nostra Budapest (Budapest, 1993)
Pianterreno, terza porta. II cellofan si é stracciato per lungo, una strisda dallo spessore di un dito; la gomma si spacca e sta penzoloni attaccata a un punto. Infila la mano nell’apertura. 11 manico di alpacca tocca la bocca del vaso. Con piccoli movimenti scrosta le macchie, bianche come un soffio, poi batte il cucchiaio contro la carta velina, la muffa si stacca. Ora introduce il cucchiaio in fondo al vaso. Alza il cucchiaio pieno fino alia bocca. Le fibre si sgretolano lentamente. Albicocca. Secondo piano, terza porta. Chiude il rubinetto. Slaccia il cinturino e posa I’orologio sull’orlo del lavabo, sporco di sapone. Striscia rossa escoriata sul polso. Si china sull’acqua. Mette le mani dentro. Tiepida. Entra, attento. Si accoccola. Si siede. Guarda, come la schiuma travolge l’orlo della vasca da bagno. Secondo piano, quarta porta. Lo prende in braccio. Lo ninna. Canterella. Lo mette giü. Cerca nel cassetto. Con le forbicine da unghie disfa la cucitura. Ne toglie il braccio. Lo scuote. Esce l’avena. Terzo piano, terza porta. Prende l’affettato dalia carta impermeabile. Ne strappa la crosta con i denti. Lo piega in due. Lo morde. Mastica. Secondo piano, quinta porta. Stende la mano indietro. Aggiusta il cuscino. Si appoggia. Guarda la parete. Pianterreno, seconda porta. (Jno semplice, uno a rovescio. Semplice. Semplice. Semplice. Qualcuno sta nel cortile. Alza la testa. Guarda attorno. 6