Korniss Péter - Erdős Virág: Cortili - La nostra Budapest (Budapest, 1993)

Parte il braccio. Sta giä sopra. Lentamente si awicina. Giä 10 tocca, l’ago. La polvere ruota attorno sul disco ­Si apre il gas, si accendono i lustrini, le lumiere. Ansima l’arco, il Violoncello si riaggiusta la cravatta, e si scuote il parquet, come la catinella piena d’acqua che urta contro il muro, quando entra la cornetta. Appena alzati, i piedi mi portano giä al ballo, scarpe con fibbia entrano in coppia, si riempie la sala. Fra le ali di opale passano le crinoline, le maniglie danno la mano ai manichini con merletti, veltri passano su e giü, vola il vassoio, olio di mandorla si raffredda nel bicchiere di cristallo, e mi cade nella mano allungata un chicco: mi fiocca il riso da sotto la parrucca. E intorno il ballo é al colmo. Mi lancia in alto il trombone, mi coglie il timpano, la viola mi lancia su di nuovo, e mentre la stecca boccheggia nella fascetta, il cacciatore di balene singhiozza nella toilette. La danza é sempre piü veloce, e i vecchi donnaioli, mentre cambiano ballerina, con un atto spiegazzano le rughe triple sotto la maschera ­ma ora il ballo comincia a stancarsi; la giacchetta va pettoruto, ansima il tulle. E come la catinella piena d’acqua che urta contro il muro, si spezza l’incanto, si svuota la sala. E mi cade giä, nella mano allungata, la neve. Mi lancia ancora in alto il violoncello, mi coglie ancora la cornetta, ma si squagliano uno dopo l’altro Folio di mandorla, i veltri, i merletti, il tulle, il sorriso da uccello ­11 braccio si alza. Si ferma sopra. Scatta. Ritorna. 11 disco ruota ancora. Non ruota piü. 46

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