Házi Jenő emlékkönyv (Sopron, 1993)

Település — Társadalom — Politika — Kultúra (Források és tanulmányok Sopron város és megye történetéhez) - ifj. Hiller István: „Sopronról azt írhatom Méltóságodnak..." Külföldi diplomaták az 1625. évi soproni országgyűlésen

cava solo alcuni passi avanti l'Imperatore, il quale era sopra uu ginelto di Spagna. coperto una lunga gualdrappa di velluto negro, tutta ricamata d'oro e di perle et appresso di lui in una pom posa carrozza era l'Impératrice con l'Arciduca Leopoldo Guiglielmo e con 1'Arciduchesse. Dojx> l'Impératrice venivano in diverse carozze tutte le Dame di Corte et in ultimo marciava la solita guardia de gli arcieri e la cavalleria e fantaria Alemanna. Alle porta del borgo il Magistrato di Edemburgh, uscito a piedi incontro le M. Maestá loro, fece alcune parole di complimento con l'lmperaetore et alla porta della cittá replicó quasi il simile con sua moglie l'Impératrice, e da ambidue riporto benigna risposta. Entratele M. Maestá loro in Edcmburh smontorno alia chiesa diS(an)ta Maria de f rati minori osservanti di S.Francesco, dove Ii musicidi palazzocantorno il Te Deum,e poi sen'entrornonel palazzo.chegl'era stato preparato nella piazza dellá cittá et a punto in faccia di detta chiesa." Caraffai.m.271. A császári családot üdvözlő soproni előljáró I.ackner Kristóf polgármester volt. 26) „Hieri giorno della Concessione della Madonna, fu fatta la ceremónia deH'incorronatione in Re di questo Regno d'Ungheria nella persona dell'Arciduca Ferdinando Ernesto primogenilo di Cesare, in etá di dicia­sette anni et mezzo, la pompa fu grande, perché l'Imperatore scese in Chiesa prima del Re con il manto Imperiale et scettro, et mondo in mano, et l'Impératrice pur con manto et Corrona; in questo mentre gl'Ungheri andorono a levar il Re. et lo condussero alla Chiesa, dove chinatossi al Padre, che non fé altro motto, che levarsi in piedi, salutandoio col capo l'Impératrice, s'incomminció la messa, et dopo il Gloria l'Arcivescovo di Strigonia lo unse et fra l'Epislola, et il Vangelo il Palatino tre volte ricercó il popolo se lo voleva per suo Re, et rispondcndo che sí ad alta voce, le pose in capo la Corrona, nel qual'atto fu fatta una salva et il Re andó a sedere, et salutando il Padre. si levó, et all'hora le rese lui ancora. il saluto. Poi finita la messa, l'Imperatore, la moglie et gl'altri figliuoli rilornorno in Corte, et il Re montato a cavallo, passó nella piazza sopra un palco posto nel mezzo di essa, dove giuró la conservatione dei privileggi, et qui fu fatta un'altra salva, et dette via denari, de quali né sara qui alligata unamonetta, che mi é pervenutta, con l'impresa da una banda di una bilancia col motto pietate et giustitia, il manico della quale é un Christo, con il millesimo. et dall'altra. con tre 111; che vnol dire terlius Rex, cioé della Casa d'Auslria, con le seguenti parole: Ferdinandus Caronatus in Regem Ungarie Die VIII. Decembris. Poi rimontato a cavallo; restata la Fanteria nella Cittá con cavalvata d'Ungheri, repertite fra sei Compagnie di Cavalleria, andó fuori delà Cittá sopra un monticello, dove era preparata un poco di montata in forma di ponte di legno, sopra il quale andó correndo con la sabla nuda alla mano, a far la ceremónia di menarla tre volte, che significa promissione di diffendere con quella il Regno; se ne ritornó al palazzo sempre portando la Corrona et manto, et due altri innanzi portando il scettro, et sloco ignudo, et andarono le Loro Maestá alla tavola; nella quale vi f uronuo oltre le Maestá gl'Ambasciatori, il Palatino et Arcivescovo di Strigonia. .." Marc Antonio Padavin jelentése 1625. december 9. MIRCSE-ÓVÁRY i.m. 390-391. 27) ,,Centorno anche i soliti banchctti di Lor M(aes)tá e de gli stati, A qucllodi Lor M(aes)tá oltre a loro sederono il Nunzio Spagna et io l'Arcivescovo di Strigonia il Palatino et l'Archivescovo Colozzense con l'ordine che si vedrá dal disegnoaggiunto, All'altro quasi tutti i Ministri principali della Corte, si fini poi la solennitá con un vaghissimo ballo e richissimo d'abiti di dieci dame e dicci Cav(alie)ri che si fecc la notle tutto inventato e condolto daH'Imp(eratri)ce la quale lia fatto dimostrazione di grandissima allegrezza di questo stabil­mentoil quale há havntoforse piú contrarietá di quelche se rappresentatoedagrUngheri e dalia Corte.. ." Giovanni Altoviti jelentése 1625. dec. 10. Archivio di Stato di Firenze Mediceo 4376. Altoviti jelentését használja FRAXNÓI i.m. II. 170. és ennek nyomán PAYR i.m. 285.

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