Folia Theologica 18. (2007)
Ágnes Szotyori-Nagy: Attualita di Georgio Vasilievich Florovsky
ATTUALITA DI GEORGIO VASILIEVICH FLOROVSKY. 251 Nella controversia battesimale San Cipriano di Cartagine (199-258) distingueva tra quelli che hanno rinnegato la fede (lapsi), e quanti fossero stati battezzati da eretici. Nel primo caso Cipriano si dimo- strava demente, ma nel secondo era inflessibile, sostenendo la nécessita di ripetere il battesimo.17 Su quest'ultimo punto, la successiva tradizione ecclesiastica, rappresentata da papa Stefano I (254-257), fu contraria all'opinione di Cipriano.18 II ragionamento di Cipriano parte dalla convinzione che i sacramenti sono stabiliti nella Chiesa. In altre parole, sono e possono es- sere amministrati soltanto nella Chiesa, nella comunione ecclesiale. Ora, uno qualsiasi scisma consiste nel rompere la comunione e separa dalla Chiesa. Di conseguenza ogni rottura del vincolo di unità in sé conduce immediatamente öltre l'ultima barriera, alla "parte esterna". San Cipriano sosteneva che in ogni scisma (ossia sezione - parte separata) manca assolutamente la grazia, precisamente perché si tratta di una sezione, cioè un "corpo separato". Per San Cipriano, i fratelli separati non sono affatto fratelli, e devono essere tratta- ti esattamente come i pagani, proprio perché non sono più in nes- sun senso connessi con la Chiesa. San Cipriano pone 1'accento sulla volontà scismatica, suile intenzioni di divisione e separazione di tutti gli scismatici: comincia con l'implicito presupposto ehe i limiti canonici e carismatici della Chiesa coincidono completamente e in- variabilmente. Si puô sostenere ehe l'unità della Chiesa in realtà è costituita da unanimité e dall'accordo umano, da obbedienza e dalla fedeltà umana? Se l'unità della Chiesa è costituita dai sacramenti, 17 5a« Cipriano,dopo il Sinodo Cartagine VII, nella sua lettera 73 ha scritto: “(...). Quare baptisma nobis et haereticis commune esse non potest (...). Et ideo baptizari eos oportet qui de haeresi ad Ecclesiam veniunt.” Cf. Epistola S. Cypriani ad Jubaianum de haereticis baptizandi in PL 3, 1154-1174, 1169., e S. Cypriano, De unitate Ecclesiae PL 4, 494-521, qui sopratutto cap. 6. 18 Va notato che quanto alla posizione del papa Stefano, abbiamo soltanto noti- zie indirette, dalle citazioni proprio di San Cipriano. Nella sua 74. lettera ri- porta queste parole del papa Stefano: “si quis ergo a quacunque haeresi venerit ad vos, nihil innovetur nisi quod traditum est, ut manus illi imponatur in poenitentiam, cum ipsi haeretici proprie alterutrum ad se venientes non baptizent, sed communicent tantum”; cf. Epistola S. Cypriani ad Pompeium contra epistolam Stephani De haereticis baptizandis in PL 3: 1174-1183, 1174-1175. Un altra notizia indiretta: Epistola Firmiliani episcopi Caesareae Cappadociae, ad Cyprianum contra epistolam Stephani in PL 3: 1201-1226 (cap. 5. 8. 9. 17. 18.).