Folia Theologica 18. (2007)

Attila Puskás: Il rinnovamento dell'interpretazione trinitaria della creazione nella teologia odierna

LA CREAZIONE NELLA TEOLÓGIA ODIERNA 187 regola) nella moltitudine dei particolari, di mettere la moltitudine dei fenomeni sotto una legge generale o di ridurre la molteplicità ad una certa unità. (2) La causa logica: sembra ehe Luno précéda logica- mente il molto, dato che il molto non è pensabile senza l'unità. Sia perché ogni elemento di una moltitudine in sé è un'unità - la molti­tudine si costituisce di un certo numero delle unità -, e sia perché la moltitudine si costituisce sempre come la moltitudine di qualcosa, cioè sotto un certo aspetto unificatore. Al contrario, sembra ehe l'unità sia pensabile mica senza la moltitudine e la molteplicità. (3) La causa ontologica: nella metafisica occidentale Yunum è diventato uno degli attributi transcendentali dell'essere, ma questo non è av- venuto al multum, h'uno, che in senso analogico caratterizza tutti gli esseri vuol dire l'autoidentità (indivisum in sé) e nello stesso tempo un essere distinto dall'altro, un essere a se stante (divisum ab alio). AI contrario, la moltitudine, la molteplicità e la diversità sembrano manifestare 1'imperfezione degli esseri. La molteplicità e la diversi­tà infatti esprimono che all'uno manca quella perfezione che l'altro essere possiede, e appunto per questo si differiscono tra di loro.13 (4) La causa antropologica: il procedimento dell'unificazione non è soltanto una caratteristica del nostro pensare umano, ma è anche un'esigenza antropologica ehe riguarda tutto il nostro essere uma­no. L'uomo cerca nell'uno la stabilità, il fondamento costante e Lordine della sua esistenza in mezzo a un mondo di avvenimenti molteplici e spesso contrari. Dobbiamo aggiungere una breve osservazione complementaria alla tesi di Greshake sopra la preponderanza dell'unità nel pensiero occidentale. La teológia cristiana ortodossa della creazione, pur la­borando nell'ambiente determinato dal sopravvento delLuno e dell'identità, si impegnava tuttavia sempre, corrispondentemente alla verità rivelata sulla creazione, di mettere in rilievo il valore del­la varietà e della molteplicità del creato e si sforzava di fondarla in qualche modo in Dio stesso. Qui vogliamo riferirci solo a San Tom- 13 13 Siamo d’accordo con l’autore nell’affermazione ehe il molto (multum) come tale non veniva mai annoverato tra gli attributi trascendentali dell’essere. Nello stesso tempo dobbiamo subito aggiungerci ehe questo non si puo dire riguardo all’alterità o differenza. Sembra ehe Greshake non si renda conto del fatto per niente insignificativo che Valiquid nel senso dell’altro si trova sulla lista dei trascendentali in San Tommaso. Cfr. De Ver q 1 a 1.

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