Folia Theologica 18. (2007)

Attila Puskás: Il rinnovamento dell'interpretazione trinitaria della creazione nella teologia odierna

180 A. PUSKÁS un'azione divina verso "l'esterno". La questione, se l'atto della crea- zione non possa essere spiegato ulteriormente sulla base dell'ordine intratrinitario delle processioni e relazioni, o se non si debba distin­guere tra i ruoli peculiari delle persone divine all'interno dell'unica opera della creazione, non stava al centro dell'interesse, ma non ve- niva nemmeno respinta. I simboli di fede dei primi secoli ce lo fanno sapere, cos! possia- mo concludere in senso generale, che la tradizione occidentale si oc- cupava di meno dei ruolo distinto e proprio del Figlio e dello Spiri- to Santo nella creazione (cfr. il Simbolo Apostolico). Al contrario, i simboli di fede della tradizione orientale e le regole di fede trasmes- se dai padri greci chiaramente formulavano, seguendo i testi neote- stamentari relativi, il peculiare modo di agire di Cristo nella creazio­ne, distinto da quello del Padre.3 Anzi, il secondo concilio di Co- stantinopoli ha messo in rilievo anche il ruolo proprio e distinto dello Spirito Santo e, in ultima analisi quello di ciascuna delle per­sone divine nell'opera indivisa e comune della creazione.4 Rifletten- do sulla creazione i padri della chiesa hanno distinto in genere il proprio agire delle tre persone divine. Essi hanno pariato del Padre come fonte ultima ed iniziatore della creazione; del Figlio o del Lo­gos in quanto causa esemplare e strumentale della creazione; e infi- ne dello Spirito in quanto causa finale ehe porta al compimento del­la creazione. Inoltre, hanno espresso l'idea ehe le creature con le loro strutture triadiche portano su di sé "vestigia trinitatis" e l'uomo è stato creato ad "imaginem et similitudinem" della Trinità. La teológia medioevale, prevalentemente di provenienza agosti- niana, in parte è entrata in possesso dell'eredità patristica, in parte l'ha modificata quanto all'aspetto trinitario della creazione. I mag- giori autori della scolastica hanno continuato a pariare delle creatu­3 Cfr. la regola di fede in Origene (De principiis, praefatio, 4), in Ireneo (Epid. Apóst., 6), le formule di Eusebio di Cesarea e di Cirillo di Gerusalemme, non- ché i simboli di fede dei concilii di Nicea e Constantinopoli nei quali si affer­ma in riferimento a Cristo: „per quem omnia facta sunt” (DS 40, 41; 125; 150). 4 Nel primo canone del concilio si puô leggere: „Unus enim Deus et Pater, ex quo omnia; et unus Dominus Iesus Christus, per quem omnia; et unus Spiritus Sanctus, in quo omnia” (DS 421). I brani più importanti dei Nuovo Testamen­to ehe si riferiscono al ruolo compiuto da Cristo nella creazione sono i se- guenti: Coi 1,15-20; ICor 8,6; Ebr 1,1-4; Gv 1,1-4.

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