Folia Theologica 15. (2004)

Anton Tyrol: Salmo 1 - il portale introduttivo al Salterio

174 A. TYROL S 1 è composto dalle due parti e di una sintesi conclusiva: I. vv. 1-3 II. vv. 4-5 sintesi: v. 6 Le parti I. e II. sono messe in una posizione contrapposta, cioè la parte I descrive un uomo felice che ha la sua compiacenza nella To­rah, mentre la parte II parla di un uomo empio. L'ultimo versetto sembra essere una sintesi di tutto il salmo e ci offre un'istruzione conclusiva. Ma la parte negativa - i versetti 4-5 e 6b - non è intro- dotta corne una possibilité alternativa. Il male non viene menziona- to corne un'ulteriore possibilité della liberté. Il male viene menzio- nato con una posizione funzionale; la descrizione del male - me­diante la sua posizione - deve motivare il lettore a scegliere il bene, cioè Tideale ehe è espresso nei versetti 1-3. L'accento viene messo proprio su questa via delTuomo. Il simbolismo della vegetazione e dell'agricoltura (eventualmen­te anche il simbolismo della quantité, il simbolismo cosmico ecc.) ha in questo salmo una funzione molto importante. La mentalité ebrai- ca, con il tipico carattere orientale, è fondata suile immagini e sulle varie proiezioni delle immagini di vita quotidiana. V. 1: Beato l'uomo è il primo termine dei salmo che al lettore at­tento non sfugge e appare come una parola molto significativa all'inizio del Salterio. È il portale introduttivo di questo libro della Bibbia, con tutta la sua ricchezza spirituale. Si tratta soprattutto di un desiderio, un augurio che l'autore biblico rivolge al lettore che comincia a leggere o meditare i salmi. Avviene cosi un avvicina- mento misterioso tra lo scrittore e il lettore dei salmi. Un macarismo simile si trova anche negli altri testi del Salterio: 84,5.6; 112,1. Sembra che l'autore qui alluda al sacrificio ebraico chiamato ta- mid che si compiva due volte al giorno. Veniva chiamato anche il sa­crificio continuo. Di lé - nel senso più profondo - proviene la relazio- ne delle idee del sacrificio continuo e della recita (continua) dei sal­mi. La recita doveva essere pero la preghiera dei cuore. Le traduzio- ni nelle lingue odierne qui usano la parola che esprime il termine „continuo, sempre, costantemente..." La ragione di questa scelta consiste probabilmente nella forma speciale della parola ebraica 'as- ré (beato) che si trova qui nel plurale e nello stato constructo, ciö si-

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