Folia Theologica 14. (2003)

Katalin Hársfai: Analisi degli elementi principali che configurano la struttura della etica cristiana secondo Agostino nell 'De Moribus'

LA BEATITUDINE FINE DELLA VITA MORALE 49 Agostino: "salubiter diligis" significa: amare Dio più di se stesso: mentre "plus quam te diligis Deum " non significa dovere scegliere Tuno ad esclusione delTaltro: anzi, con queste frasi viene mostrato ehe tra i due amori non c'è contrasta perché Tuno è incluso nell'altro. Agostino, riprendendo il terna delTamore di sé nel De doctrina cristiana, non aggiungerà molto di più sulTamore di sé come nel De moribus. In questo libro posteriore, afferma in modo simile, come abbiamo visto nel De moribus, ehe non occorre insegnare ad amare se stessi, perché questo appartiene alia inclinazione naturale, e per questo, tutta la natura vivente si comporta secondo questa legge. Questo è presente anche nelle bestie che si comportano come l'uomo, amando se stesse. L'amore di sé viene incluso anche nel precetto dell'amore del prossimo indirettamente, dove troviamo le parole: "come te stesso", ehe significa che non è stato omesso nep- pure Tamore di sé. Quindi, non occorre insegnare alTuomo Tamore di sé, invece oc­corre insegnare alTuomo il modo di amare, cioè il modo come si puo amare se stesso in modo giusto92 93. Agostino dichiara generál- mente ehe Dio deve essere amato più di ogni uomo, donde conse- gue ehe ognuno deve amare Dio più di sé stesso94. Cioè, ognuno deve amare se stesso in modo da provvedervi con ordine. E' evi­dente che ognuno ama il suo corpo, perché vuole averlo buona sa­lute, ma Agostino menziona ehe è possibile amare qualcosa più del­la sanità del proprio corpo, per conseguire altri beni ehe si amano di più95. 92 Ibidem 1,26,49. 93 De doctrina cristiana 1,25,26: “Modus ergo diligendi praecipiendus est homini, id est quomodo se diligat ut prosit sibi - quin autem se diligat et prodesse sibi velit,...” 94 Ibidem 1,27,28: “Et si deus omni homine amplius diligendus est, amplius quisque deum debet diligere quam se ipsum.” 95 Ibidem 1,25,26: “Aliquid itaque amplius diligere aliquis potest, quam salutem atque integritatem corporis sui. Nam multi et dolores et amissiones nonnullorum membrorum voluntarias suscepisse inveniuntur, sed ut alia quae amplius diligebat consequetur. Non ergo propterea quisquam dicendus est non diligere salutem atque incolumitatem corporis sui quia plus aliquid diligit.”

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