Folia Theologica 9. (1998)

Mirjam Kovač: Ministero sacro e consigli evangelici

MINISTERS) SACRO E CONSIGLI EV ANGELICI 77 possibile la pratica pubblica dei consigli evangelici in un altro stato di vita? Si puö dire ehe essa fa parte dello stato clericale quando esso è vis- suto pienamente un tutte le sue dimensioni? Per trovare una risposta dob- biamo esplorare un po’ più in profondità il posto che occupano le sopra menzionate promesse nell’ordinazione diaconale. I consigli evangelici non sono elementi essenziali della consacrazione ministeriale come lo sono nella consacrazione per i consigli evangelici. Tuttavia, secondo il Pontificale Romano del 1990, il candidato al dia- conato, öltre alla professione del proposito di assumere i compiti/minis- teri dei diacono e di adempiere la liturgia delle ore, promette il celibato e l’obbedienza. Questa promessa avviene prima della preghiera delle li­tanie e dell’imposizione delle mani del vescovo sull’ordinando. Essa, quindi, è inclusa nel rito di ordinazione19. Da questo inserimento pos- siamo dedurre la sua importanza e anche lo stretto collegamento del vin- colo di castità e di obbedienza con il conferimento dei sacramento dell’Ordine; anzi, diciamo ancora di più, per questo fatto possiamo affer- mare il legame dei consigli evangelici, anche se non in tutti i casi, al carisma dei ministero sacro. Forse possiamo aggiungere quanto segue: le promesse del celibato e dell’obbedienza, incluse nell’ordinazione diaco­nale, esprimono l’elemento soggettivo, personale, nella consacrazione 19 La storia dell’assunzione del celibato e dell’obbedienza secondo diversi Pon­tificali è interessante. Cf. G. GHIRLANDA, «De “promissione electorum” in ordinatione diaconali iuxta Pontificale Romanum anni 1990», Periodica 81 (1992) 211-250. Menzioniamo solo i passi salienti:- Pontificale Romano, in vigore fino al 1968: nell’ordinazione diaconale non si prometteva né il celibato né l’obbedienza. I candidati al suddiaconato dovevano scrivere una dichiarazione, in cui, tra l’altro, promettevano di compiere la legge del celibato. I candidati secolari lo facevano prima dell’or- dinazione suddiaconale, i candidati religiosi prima della professione di voti perpetui. L’obbedienza si prometteva dopo l’ordinazione sacerdotale. I religiosi non la promettevano al vescovo, ma al proprio ordinario.- Rituale dell’ordinazione diaconale del 1968: nell’ordinazione diaconale non c’è la promessa del celibato. Dopo l’abolizione del suddiaconato si as- sumeva pubblicamente il celibato prima dell’ordianzione diaconale. L’obbedienza si prometteva durante l’ordinazione diaconale, ma, come prima, al proprio ordinario.- Pontificale Romano del 1990: sia il celibato ehe l’obbedienza si promet- tono nel rito dell’ordinazione diaconale dai candidati al clero sia secolare ehe religioso. I religiosi promettono l’obbedienza non solo ai propri ordinari, ma anche al vescovo (ibid., 213-219).

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