Folia Theologica 8. (1997)
Velasio De Paolis C. S.: Cultura della vita o cultura della morte? Ossia diritto della vita o della morte?
40 V. DE PAOLIS prendono con il diritto naturale hanno davanti a loro non la visione tomista ma quella giusnaturalistica. Alla concezione giusnaturalistica seguono lo storicismo e il positivismo giuridico. E’ questa la visione dominante del diritto ancora oggi. Essa ci ha portato alla cultura della morte, della quale parla il Santo Padre nella sua Enciclica. Per uscirne fuori è necessario un lungo cammino: riscoprire la verità suli’ uomo. Per questo è necessario riscoprire il mistero di Dio, risalendo alle sorgend dell’ uomo stesso. Lî troveremo la fonte della verità assoluta e la verità suli’ uomo. Potremo superare il relativismo agnostico e liberarci dalla visione immanentista e secolarizzata. Ritroveremo i valori ehe accumunano tutti gli uomini. In definitiva riscopriremo il senso della vita e non commetteremo il grosso errore di confondere il diritto della vita con quello della morte, la cultura della vita con quella della morte. 3. Particolare compito dei cristiani per la cultura della vita Per noi cristiani si tratterà di ritrovare anche il patrimonio di verità e di tradizioni ehe ci vengono dalle fonti della fede e della tradizione di cultura filosofica e teologica. Si dovrà ricomporre anche 1’ unità tra ragione e fede, indispensabile per una nuova cultura della vita. Origene ad un amico, che gli chiedeva di scrivere una difesa contro le false accuse di Celso contro i cristiani, rispondeva, esprimendo la sua esitazione, in quanto considerava i fatti cristiani la migliore confutazione delle calunnie: “come se non esistesse nei fatti una chiara confutazione e un argomento piu forte di qualsiasi scritto, che confuti le false testimonianze e renda incredibili e vane tutte le accuse”. Anzi una confutazione scritta avrebbe potuto indebolire la testimonianza dei fatti: “La difesa che tu mi chiedi di comporre, puö indebolire quella esistente nei fatti, e la potenza di Gesù manifesta a chi non vuol chiudere gli occhi". Egli tuttavia si decide a farlo e controbatte punto per punto gli scritti di Celso, “sebbene, egli précisa, non li consideri pericolosi per nessun fedele. Almeno mi auguro che nessuno, dopo aver ricevuto questo amore infinito nei Cristo Gesù, rimanga scosso nella sua determinazione da discorsi simili a quelli di Celso” (Origene, Contro Celso, prefazione). Si sente nelle parole del grande scrittore la salda convinzione delle verità della propria fede, comune a tutti i credenti. Teodoreto di Ciro, nei