Folia Theologica 8. (1997)
Velasio De Paolis C. S.: Cultura della vita o cultura della morte? Ossia diritto della vita o della morte?
CULTURA DELLA MORTE 23 legittimità di qualunque intervento sulla natura, quasi in nome di una sua «divinizzazione», ehe ancora una volta ne misconosce la dipendenza dal disegno dei Creatore” (n. 22). 3) II mistero dei 1 ’ uomo inscindibilmente legato al mistero di Dio “In realtà, conclude il Papa, vivendo «come se Dio non esistesse», 1’ uomo smarrisce non solo il mistero di Dio, ma anche quello del mondo e il mistero dei suo stesso essere” (n. 22). 8. Materialismo pratico e sue conseguenze “L’ eclissi dei senso di Dio e dell’ uomo conduce inevitabilmente al materialismo pratico, nel quale proliferano 1’ individualismo, 1’ utilitarismo e 1’ edonismo” (n. 23). 1) Rispetto al corpo Conseguenza per la concezione dei corpo e della sessualità: “Sempre nel medesimo orizzonte culturale, il corpo non viene più percepito come realtà tipicamente personale, segno e luogo della relazione con gli altri, con Dio e con il mondo. Esso è ridotto a pura matérialité: è semplice complesso di organi, funzioni ed energie da usare secondo criteri di mera godibilità ed efficienza” (n. 23). 2) Rispetto alla sessualità “Conseguentemente, anche la sessualità è depersonalizzata e strumentalizzata: da segno, luogo e linguaggio dell’ amore, ossia del dono di sé e dell’ accoglienza dell’ altro secondo 1’ intera ricchezza della persona, diventa sempre più occasione e strumento di affermazione del proprio io e di soddisfazione egoistica dei propri desideri e istinti. Cost si deforma e falsifica il contenuto originario della sessualità umana e i due significati, unitivo e procreativo, insiti nella natura stessa deli’ atto coniugale, vengono artificialmente separati: in questo modo 1’ unione è tradita e la fecondità e sottomessa ail’ arbitrio dell’ uomo e della donna. La procreazione allora diventa il «nemico» da evitare nell’ esercizio della sessualità: se viene accettata, è solo perché esprime il proprio desiderio, o addirittura la propria volontà di avere il figlio «ad ogni costo» e non, invece, perché dice totale accoglienza deli’ altro e, quindi, apertura alla ricchezza di vita di cui il figlio è portatore” (n. 23).