Folia Theologica 8. (1997)

István Czakó: Abramo come paradigma del credente nel libro "Timore e tremore" di Soren Kierkegaard

220 I. CZAKÓ 1.2 II movimento della fede Avendo cos! presentato i tratti caratteristici del movimento della rassegnazione infinia descritta da de Silentio, quasi spontaneamente sorge la domanda ulteriore: in fin dei conti in ehe cosa consiste il movimento compiuto da Abramo, quali sono le sue caratteristiche speciali, qual’è la connessione fra questi due movimenti e come si distinguono fra di loro? Analizzando il testo del nostro libro cerchiamo di offrire alcune risposte sintetiche a queste domande preliminari. “Abramo infatti... fa due movimenti. Egli fa il movimento infinito della rassegnazione e rinuncia a Isacco: questo nessuno lo puö capire, perché è un affare privato; ma poi fa in ogni momento il movimento della fede.”100 Il movimento compiuto dall’eroe della fede, presupponendo e portando a termine il movimento infinito della rassegnazione, nello stesso momento lo trascende.101 Ma il movimento della rassegnazione sebbene trasceso in questo modo non diviene qualcosa di accidentale per la fede, perché nel suo essere “presupposto necessario” per la fede giustifica il fatto ehe la fede è molto più di una semplice immediatezza estetica dei sentimenti.102 Il cavalière della fede compie il movimento infinito della rassegnazione, ma, compiendolo, non si ferma nella sfera dell’etica ove quel primo si inserisce. Il suo movimento è incommensurabilmente di più dell’autorinnegamento, della rinuncia a tutto il mondo finito, della conquista della coscienza della propria eternità da parte del cavalière della rassegnazione. Il suo compito speciale è come di un ballerino: “saltare portandosi in un posto preciso cosî ehe non c’è secondo ehe non trovi la sua posizione mantenendo anche nel salto la sua posizione. Forse nessun ballerino puö farlo — ci riesce quel cavalière.”103 Sciolgliedo la metafora: il cavalière della fede “si è rassegnato infinitamente a tutto ed ecco che ha riavuto tutto in virtù dell’assurdo. Compie di continuo il 100 S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, 148. 101 “Su questa vetta sa Abramo. L’ultimo stadio che egli perde di vista, è la rassegnazione infinita. Egli va realmente öltre e giunge alla fede...” S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, 59. 102 “La fede non è perciô una commozione estetica, ma qualcosa di molto più alto, precisamente perché essa ha la sua rassegnazione prima di sè, non è l’impulso immediato del cuore ma il paradosso dell’esistenza.” S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, 70. 103 S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, 63.

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