Folia Theologica 6. (1995)

Mihály Szentmártoni S.J.: La confessione

LA CONFESSIONE 183 a) A livello di tabù la colpevolezza si manifesta come il timore istintivo di ciö ehe avvertiamo come minaccia per i valori vitali: lo straniero, il sangue, la morte, il sesso, la vita. Per il sentimento, tutto ciô ehe appare carico d’una potenza occulta (dei mana) è provato corne oggetto di orrore e di fascino. Il sacro puô prendere corpo nel tabù. Il tabù psicologico assume allora un valore in certo quai senso religioso. Cosi si spiega psicologicamente il fatto ehe un enorme potenziale di colpevolezza, ritenuta cristiana, possa investirsi in colpe sessuali di secondaria importanza. A volte un’educazione religiosa fortemente puritana puô aumentare nel soggetto il senso di colpevolezza nell’ambito sessuale.14 b) Un secondo livello della colpevolezza si manifesta come ferita narcisistica. Il soggetto ehe commette una colpa si sente sminuito, degradato, respinto dalla société. La colpa, questa volta, si misura spontaneamente dalFimmagine ideale che il soggetto ha inconsciamente di se stesso. Possiamo ancora pariare, in questo contesta, di colpevolezza sociologica, poiché l’immagine ideale dell’io si elabora sempre in risposta all’aspettativa della société. Negli adolescenti la colpevolezza è in grandissima parte narcisistica e sociologica. La religione serve loro a restituire a se stessi l’immagine ideale spezzata, a reintegrarsi moralmente nella société. Anche qui, il contenuto propriamente religioso della colpevolezza è debole. Le due prime forme di colpevolezza, assai naturali e strettamente psicologiche, possono cristallizzarsi per effetto della rimozione e percio operare sull’uomo muovendo dal suo inconscio. In tal caso, la colpevolezza diventa una malattia psichica. c) La colpevolezza diventa veramente religiosa soltanto se la colpa è riconosciuta come personale dinanzi a Dio. La colpa religiosa, il peccato, puô quindi essere giudicata unicamente passando per la legge del Padre.15 Egli solo puô rivelare il male nella sua dimensione autentica: quella della rivolta e della rottura del patto fondamentale tra l’uomo e Dio. 14 Cf. BELGUM D., Guilt and/or Self-Esteem as Consequences of Religion, in Jour­nal of Religion and Health 31 (1992) 73-85. 15 "Fondato sulla rivelazione e sulla fede, il senso cristiano di colpa è il modo con cui è vissuta la gravité della propria vita che si è allontanata da Dio per rivolgersi al nuovo a lui come Padre che perdona e che crea in női la gius- tizia dei figli di Dio". in COLZANI G., Antropologia teologica, Dehoniane, Bologna 1988, p. 353.

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