Folia Theologica 5. (1994)
Julio García Martín: Alcune considerazioni sul carattere missionario del "Catechismo della Chiesa cattolica"
80 J. GARCÍA MARTÍN D’altra parte indica l’importanza dell’accomodamento alla capacité e aile nécessité dei destinatari: “La celebrazione della Liturgia deve quindi cor- rispondere al genio e alla cultura dei diversi popoli” (n. 1204). Nell’am- bito missionario o di missioni ad gentes la cultura dei popoli richiede grandi sforzi tanto ai nativi como a coloro che vengono da fuori, non solo a causa del diverso modo di pensare ma anche per i modi di trasmette- re il messaggio. Di fatto la Liturgia è il campo dove gli sforzi per raggi- ungerlo sono stati maggiori47. L’analfabetismoo, aile volte la mancanza di scrittura, costringono a una esclusiva trasmissione orale e memorizza- ta. In altro ordine di cose, gli scarsi mezzi di comunicazione, di sviluppo o tecnici, come per esempio la mancanza di eneregia elettrica, impongo- no limitazioni incredibili e insormontalibi. Su questa problematica il Catechismo indica quello ehe è di istituzione divian nei sacramenti. Del sacramento del Battesimo dice che si realizza con la infussione del acqua (n. 1238; 1278) accompagnata dalle parole del ministro “N., io ti battezzo nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo” (n. 1240) e lo distingue dal chiamato batesimo di desiderio e di sangue, ai quali ricnosce gli effeti del battesimo ma non il suo carattere sacramentale. Il sacramento richiede acqua di modo ehe imp- rescindibile, ma non altro elemento. Anche sono ammessi elementi cultu- rali dei popoli ehe possono accomodarsi al rito cristiano (n. 1232). Rispetto al sacramento della Confermazione, il cui origine è l’imposizio- ne delle mani (n. 1288) alla quale si aggiunge l’unzione con olio profu- mato (crisma) (n. 1289), determina l’essenziale del sacramento, sina nel rito latino sia in quello orientale. “Nel rito latino, «il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del crisma sulla fronte, che si fa l’imposizione della mano, e mediante le parole: Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo»” (n. 1300). Il crisma ehe deve essere uti- lizzato è quello consacrato dal Vescovo il giorno di Giovedî Santo nella Messa crismale (n. 1297), ma non altro. 47 Rapporto finale del Sinodo straordinario, 7 dicembre 1985, II, b. 1. AS- SEMBLEA SPECIALE PER L'AFRICA. SINODO DEI VESCOVI, Instrumentum laboris, n. 58: "Si possono segnalare numerose iniziative: riscoperta delTimportanza della parola di Dio; uso delle lingue locali; ricorso alTarte africana nell'abbigliamento liturgico, nelle decorazioni dei luoghi di culto e dei vasi sacri; ricorso a gesti, tamburi, battimani, danze e atteggiamenti tra- dizionali per tradurre certe espressioni religiose".