Folia Theologica 4. (1993)

János Sánta: Feuerbach come "rifondatore" del cristianesimo

56 J. SÁNTA Possiamo dire che, considerando il sistema di Feuerbach in se stesso, si tratta di una chiara involuzione, più o meno permanente, dal momento che il processo della visione di Feuerbach passa, sebbene attraverso uno svolgimento contorto, dalPelevazione della ragione verso il materialismo, cioè da un certo riconoscimento del Trascendente (nella ragione) verso il totale rifiuto delPinfinito (nel materialismo). Perô, se consideriamo il suo pensiero in rapporto alPinfluenza sull'epoca successiva, si puè trovare, molto schematicamente, una fase ascendente (il primo periodo), un vertice (il secondo periodo) e una fase discendente (il terzo periodo). Egli appare come autore autonomo e „rivoluzionario” nel secondo periodo, quando apre una prospettiva veramente nuova per mezzo del suo studio di antropologia, nonostante ciö che si sa bene: egli promuovein sensostrettolaformazioneedespansionedel materialismo/9 Insomma, la sua visione si puô caratterizzare, corne un costante conflitto tra ostacoli metodologici, presupposti intellettuali e 1‘invito alla globalité della realtà, che lo richiama continuamente a superare un atteggiamento aprioristico ristretto. I sette anni scelti per la mia analisi rappresentano il periodo, nel quale egli assume con forza questa „lotta”, perô, più tardi, soprattutto verso la fine della sua vita, si indebolisce sempre più e si chiude entro le mura dei suo baluardo intellettualmente materialistico. II. Feuerbach e la „rifondazione” del cristianesimo Arrivando alla fine di questo scritto, si deve riprendere il problema indicato nel titolo, avendo ormai conosciuto le sue idee „rivoluzionarie” circa il rinnovamento della religione (cristiana). Naturalmente sarebbe falso affermare che egli sia stato direttamente, in senso fenomenologico, il fondatore di una religione, poichè non si présen­ta con pretesa di professare un nuovo rapporto tra Dio e l’uomo, scoperto da lui, e perciô di radunare seguaci attorno a sè. Eppure Feuerbach, sporattutto nel periodo da me scelto, dirige in modo nuovo lo sgurado, al problema di Dio, alia presenza del divino, proprio attraverso la manifestazione della divinizzazione dell‘umanità. Anzi, dal 79 Cfr. ALESSI, Filosofia e Cristianesimo..., (FEUERBACH), Introd., trad. it. e commento, 33-36.

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