Folia Theologica 2. (1991)

Csaba Ternyák: Abba' nel pensiero di Joachim Jeremias

30 Cs. TERNYÁK Quello che lui serive in un libro riguardo alio scopo dei lavoro esegetico puö essere considerato come una confessione: “Questo è il nostro compito: tornare a sentire la ipsissima vox Jesu!"5 In questa linea si ritrova la sua ricerca sulFinvocazione Abbà. J. Jeremias su questo terna ha scritto a più riprese, dimostrando di volta in volta maggiore profondità nella conoscenza filologica. Ora seguendo tale evoluzione, a grandi linee presentiamo la storia della ricerca scientifica condotta dal nostro autore intomo a questo termine. L’esame della parola Abbà viene intrapreso da J. Jeremias in un articolo vecchio,6 dove perö richiama l’attenzione soltanto sulla parola aramaica, ma senza darle grande importanza. In questo articolo, ail 'Abbà viene dedicata soltanto una nota in cui egli osserva ehe “la parola aramaica Abbà significa e ’il padre’ e ’mio padre’ (Mt 11, 26; Le ÎO, 21)”,7 dunque puö essere denominativo e anche vocativo. In un successivo articolo, più scientifico,8 J. Jeremias fa una importante precisazione filologica: Abbà non è un termine denominativo, ma vocati­vo. Poi pone la questione dei paralleli giudaici, nell’ambito della preghi- era, e più in generale, del discorso rivolto a Dio. La conclusione è quella di una assoluta mancanza di veri e propri paralleli nella letteratura giuda- ica: “9 Per quanto concerne il discorso rivolto a Dio, Abbà (senza suffisso) non trova alcun parallelo vero e proprio in tutta la letteratura giudaica”. Dunque si puö affermare ehe con Y Abbà appare un uso linguistico total- mente nuovo. Nessuno avrebbe osato rivolgersi a Dio con questo termine 5 J. JEREMIAS, Le parabole di Gesù, Brescia 1967, 135. 6 J. JEREMIAS, Das Gebetsleben Jesu, in (ZNW) 25 (1926), 123-140. E’ importante L’ articolo di G. KITTEL, Abba, in: G. KITTEL -G. FRIEDRICH (ed.). Theologisches Wörterbuch zum Neue Testament (ThWb) I, Stuttgart 1933, 4-6, in cui si legge: „Con ogni probabilità Gesù usa la parola Abba non solo quando ciô è esplicimente attestato (Mc 14, 36), ma tutte le volte che i Vangeli, specialmente nelle invocazioni a Dio gli fanno dire: padre. ... Egli quindi riferisce a Dio il vocabolo ehe ai suoi contemporanei sembrava troppo urpile e irreverente”. 7 J. JEREMIAS, Das Gebetsleben, 130, n.7. 8 J. JEREMIAS, Kennenzeichen der ipsissima vox Jesu, München 1954; in: J. JEREMIAS, Abba. Studien, 145-152. 9 Ibid, 148.

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