Folia Theologica et Canonica 10. 32/24 (2021)

Presentazione del volume

IL DIRUTO CANONICO TRA SA CVF,7,7. A E REALTÄ SOCIALE 245 teri della sua diocesi. Qui si vede ehe la differenza con la prassi dei primi se­­coli, in cui il vescovo nelle cittá era circondato dai presbiteri che lo assisteva­­no continuamente nel suo govemo, é dettata dall’evolversi della vita della Chiesa, ma non cambia, perö, l’ispirazione di fondo avutasi fin daH’origine. Inoltre, la rappresentanza non é solo informativa, in quanto il Consiglio pre­­sbiterale, come organo di partecipazione, con i pareri che esprime prende real­mente parte al governo di tutta la diocesi. La rappresentanza, poi, si concretiz­­za nella relazione dei membri con una diversitá di ministeri e di zone della diocesi. Comunque, ciascun membro nel Consiglio rappresenta tutto il presbi­­terio, non, se eletto, la categoria ministeriale o la zona di rifermento, quindi il giudizio ehe esprime nella discussione e nella votazione, pur dovendo espri­­mere il sentire del presbiterio come tale, dev’essere suo personale8. In conclusione, possiamo dire ehe la ricerca storica offerta dall’Autore si manifesta pienamente attuale, perché ci aiuta senza dubbio a comprendere meglio la natura del Consiglio presbiterale e lo stile di governo die il vescovo dovrebbe seguire nel relazionarsi al presbiterio della sua docesi. Cf. Alagu Selvan, A., The presbyteral council, A Representative and Collaborative Organ between Bishop and His Priest, in Studies in Church Law 11 (2016) 213.

Next

/
Thumbnails
Contents