Folia Theologica et Canonica 10. 32/24 (2021)

Ius canonicum

226 MARTIN GRICHTING III. La missione del sacerdote secondo il Magistero della Chiesa Questo ci porta in definitiva alia teológia. Perché ciö che abbiamo visto finora attraverso le apparenti deviazioni della filosofia politica o della sociologia ci si rivela anche quando si parla non sociologicamente del “ruolo” ma teologica­­mente della “missione” del sacerdote. Se parliamo in termini teologici, sappia­­mo ehe il sacerdote é colui ehe si occupa dei sacro. II termine latino “sacerdos” deriva etimologicamente da “sacer dans”". Il sacerdote é quindi colui ehe dá il sacro. Anche, anzi, soprattutto nel cristianesimo, questo determina la natura e la missione dei sacerdote: egli prende la misura dell’unico sommo sacerdote Gesú Cristo, agisce nella sua persona e dona ai laici il sacro, il santo, Gesü Cristo stesso. Il sacerdote proclama ai laici la Parola di Dio e amministra per loro i sacramenti, in primo luogo il sacramento deH’Eucaristia, affinché possa­­no poi vivere il loro sacerdozio comune nei contesti del mondo in una matura responsabilitä personale. Il Papa San Giovanni Paolo II espresse tutto ciö in un modo unico, nella sua lettera ai sacerdoti per il Giovedi Santo del 16 marzo 1986. É la risposta alia domanda sulla missione del sacerdote nella parrocchia. San Giovanni Paolo II dice: “Il sacerdote trova sempre, ed in maniera immutabile, la sorgente della sua identitá in Cristo Sacerdote. (...). Il sacerdote é per i laici: egli li anima e sostiene nell’esercizio del sacerdozio comune dei battezzati - messo cosi bene in rilievo dal Concilio Vaticano II - che consiste nel fare della vita un’offerta spirituale, nel render testimonianza alio spirito cristiano nella famiglia, nel farsi carico degli impegni temporali, e nel partecipare alia evangelizzazione dei fratelli. Tuttavia, il servizio dei sacerdote é di un altro ordine. Egli é ordi­nato per agire nel nome di Cristo-Capo, per far entrare gli uomini nella vita nuova inaugurata da Cristo, per renderli partecipi dei suoi misteri - Parola, perdono, pane di vita per radunarli nel suo Corpo, per aiutarli a formarsi dall’intemo, a vivere e ad agire secondo il disegno salvifico di Dio” (n. 10)12. É interessante che San Giovanni Paolo II menzioni qui il fatto che il sacer­dote agisce in nome di Cristo, il capo. 11 Papa perö, non si riferisce poi al parroco o al vescovo come superiori di una communitas fidelium, ma paria del sacerdote in generale. Non é infatti solo il parroco a sostenere i laici nella loro missione specifica, ma giá il sacerdote in quanto tale, cioé anche il vicario o il religioso ordinato. II parroco é - in modo analogo al vescovo - colui ehe pre­­siede in particolare una comunitá di fedeli, ma il compito di essere presente per i laici e di sostenerli nella loro missione in mezzo al mondo, é dato giá con 11 11 Si segue con questa spiegazione etimologica Isidoro di Sevilla: “Sacerdos nomen habet compo­situm ex Graeco et Latino, quasi sacrum dans, sicut enim rex a regendo, ita sacerdos a sanctifi­cando vocatus est; consecrat enim et sanctificat”, in Lindsay, W. M. (ed.), Isidori Hispalensis Episcopi Etymologiarum sive Originum Libri XX, Oxford 1957. VII, c. 12, n. 17. n TTS 78 (1986) 698 seg.

Next

/
Thumbnails
Contents