Folia Theologica et Canonica 10. 32/24 (2021)
Ius canonicum
190 FILIPPO 1ANNONE, O.CARM. ha bisogno anch’essa di una continua conversione pastorale3. Una conversione che, come il nostro documento evidenzia e chiarisce, non é ostacolata, anzi favorita da una corretta interpretazione e applicazione delle norme canoniche vigenti. II documento ha avuto un iter laborioso e complesso e diverse redazioni nel corso degli anni. Per la sua stesura la Congregazione per il Clero ha raccolto ed esaminato numerosi consigli, suggestioni, preoccupazioni e progetti di singoli Vescovi e di Conferenze Episcopali, realizzando cosi di fatto una vasta consultazione delle Chiese particolari, unitamente ad alcuni Dicasteri della Curia Romana. In considerazione di ciö, da un primo schema, ehe verteva sui parroco e sui sacerdoti suoi collaboratori, si é addivenuti ad un testo ehe considera, include e valorizza 1’opera di tutti i battezzati come singoli e come comunitá, situando ciascuno negli uffici, negli incarichi e nei carismi ehe gli sono propri4 \I lstruzione, possiamo dire, é stata pensata come uno strumento canonicopastorale da offrire ai Vescovi e alie comunitá cristiane, per contribuire a meglio concretizzare 1’ecclesiologia dei Concilio Vaticano II, attraverso 1’applicazione delle norme del Codice di Diritto Canonico, che da esso deriva. «E il Codice dei Concilio e, in questo senso, e l ’ “ultimo documento conciliare ” (...) II Codice sara il primo a inserire tutto il Concilio in tutta la vita», aveva dichiarato S. Giovanni Paolo II, alPindomani della sua promulgazione5. E Papa Francesco a riguardo é stato altrettanto esplicito quando, citando proprio S. Giovanni Paolo II, ha sottolineato «il capovolgimento ehe, dopo il Concilio Vaticano II, ha segnato il passaggio da un ’ecclesiologia modellata sui diritto canonico a un diritto canonico conformato ali’ecclesiologia», ribadendo 3 É quanto afferma Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium: «La parrocchia non é una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticitä, puo assumere forme molto diverse che richiedono la docilitá e la creativitá missionaria dei pastore e della comunitá. Sebbene certamente non sia 1’unica istituzione evangelizzatrice, se é capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerá ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie». Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalia gente o un gruppo di eletti che guardano a sé stessi. La parrocchia é presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della caritá generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attivitá, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. Perö dobbiamo riconoscere ehe 1’appello alia revisione e al rinnovamento delle parrocchie non ha ancora dato sufficienti frutti perché siano ancora piü vicine alia gente, e siano ambiti di comunione viva e di partecipazione, e si orientino completamente verso la missione» (n. 28) (in Enchiridion Vaticanum XXIX. 1204). Ci sembra che in questo testo, ehe rappresenta un punto di riferimento per 1’lstruzione, il Papa offra delle riflessioni e degli obiettivi molto utili ai Vescovi nei processi di soppressione ed erezione di parrocchie. 4 Si vedano in particolare i nn. 79-86. 5 Cfr. Discorsi ai Partecipanti al corso sui nuovo C1C, dei 21 novembre e dei 9 dicembre 1983 (in Communicationes XV [1983], pp. 124-126 e 128).