Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Recensions

RECENSIONS 341 sola eccezione di Giovanni Paolo I die, per la brevitä del suo pontificate», non ha dato il tempo per nessun tipo di rapporto. Per ognuno di questi pontefici si danno nel testo molteplici riferimenti, segno della sua organica sistematicitá, precisamente: otto per san Pio X, nove per Benedetto XV, quattordici per Pio XI, ventuno per Pio XII, diciotto per san Giovanni XIII, trentacinque per san Paolo VI, venticinque per san Giovanni Paolo II, sedici per Benedetto XVI, dodici per Francesco. Öltre questi papi, l’A. accenna a Leone XIII e soprattut­­to al beato Pio IX (cf Appendice: pp. 145-151), per influenza da loro avuta direttamente su una generazione precedente dei Dalia Torre, ma, in modo in­cisivo, anche se indirettamente, su quelle successive. Le memorie ed i ricordi iniziano con Giuseppe Dalia Torre (1885-1967), ‘storico’ Direttore de L’Osservatore Romano in anni non facili quali quelli della dittatura fascista e della II Guerra Mondiale, continuano con Paolo (1910-1993), Direttore Generale dei Monumenti e Gallerie Pontificie e si con­­cludono con il Giuseppe (1943-), autore del libro. 11 racconto, ehe si dipana in un arco di tempo non indifferente, rende testimonianze interessanti su uno spaccato di vita dei pontefici e di molti membri della Curia Romana, in modo particolare del passato, generalmente non conosciuti pubblicamente, ma ehe certamente contribuiscono non poco alia conoscenza piú vera di persone ed avvenimenti, realizzando cosi quell’intento di trasformare Te storie’ ‘in storia’ a cui ho accennato sopra. Per questa ragione risulterá piú che interessante la lettura di fatti ed aneddoti ehe mostrano i vari Dalia Torre nei loro incontri privati con i diversi successori dell’apostolo Pietro, in qualche caso connotate di vera e propria familiaritá tanto da pariare in dialetto veneto. Tra i tanti, ri­­porto i seguenti in quanto manifestano chiaramente la peculiaritá di questo scritto che per certi versi é da ritenersi una vera e propria ‘fonte documentale’, la cui lettura raccomandiamo vivamente sia agli appassionati di storia sia a quanti, a diverso titolo, s’interessano in genere di quanto riguarda la Santa Sede: “Pio X prese del denaro da un cassette e cominciö a contarlo. A un certo s’impacciö fra due carte troppo aderenti tra loro. Mi affrettai ad avvertire: ‘Sono due, sono due, Santitá’. ‘Pián, pián, caro’ mi disse Te podaria essere tre’” (p. 28). Papa Francesco ricevendo l’A., insieme agli altri membri del Tribunale Vaticano, nella sua veste di Presidente: “(...) incoraggiö ad andare avanti ‘senza guardare in faccia a nessuno’. Capimmo molto bene quanta spe­­ranza e fiducia riponeva anche nella funzione giudiziaria, in rapporto alia grande opera di rinnovamento delle istituzioni vaticane da lui messe in moto. (...) Le sue parole non saranno dimenticate” (p. 142). D’altra parte, la profon­­da sensibilitá giuridica e la lunga esperienza, in ambito accademico e giurisdi­­zionale dell’A., spiegano quanto da lui ripetuto alia Tettera’ per ben due volte riguardo a quanto affermato da Benedetto XVI in riferimento al cosi detto Vatileaks 1 ed, in particolare, al processo dell’aiutante di camera dei Papa, il sig. Paolo Gabriele: “Per me era importante che proprio in Vaticano fosse

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