Folia Theologica et Canonica 6. 28/20 (2017)

RECENSIONS

272 RECENSIONS cia che mancava a Giulio. Giulio non crede in Dio, e se potesse avere fede, vor­rebbe un Dio forte, ma Filippo gli spiega che anche Cristo stesso fu abbandona­to (172). Anche Giulio, mentre viaggia con Margherita, attraversa un percorso di maturazione e dopo aver causato l’incidente stradale riesce a perdonarsi (327). Accetta davanti a Margherita - ancora in coma - le sue debolezze, le sue imperfezioni e vorrebbe amarla (308). Giulio che sembrava coraggioso e sicuro di sè, scopre che ’non esiste alcun investimento sicuro: vivere e amare signifi­ca, in ogni caso, essere vulnerabili’ (306). Dunque, dopo che tutti si sono rifiutati di cercare il padre di Margherita, si offre Giulio. Rubando la macchina della madre di Margherita, Giulio, pur senza patente, guida verso il posto dove il padre di lei poteva essersi ritirato lontano dalla sua famiglia. Nel viaggio verso il padre di lei parlano di tante cose della loro vita e spesso si fermano, fanno nuove esperienze ed avventure. Si fermano ad un cimitero dove Giulio trova delle statue: sembrano i membri della sua fa­miglia e cerca di capire il motivo perché si vive e perché si muore (250), ma ri­afferma che non crede in Dio. A questa sua affermazione Margherita gli ricorda le parole della nonna secondo le quali Dio è un padre che ascolta il figlio e che noi esseri umani attribuiamo a Dio troppe colpe, mentre dovremmo essere noi ad aiutare Dio quando non sentiamo più il suo aiuto (252). A questa visione di un Dio debole Giulio rimane in silenzio! Una persona che si sente forte vorreb­be anche un Dio forte e finché non sperimenterà le sue debolezze - fino all’inci­dente stradale - non comprende che Dio è anche debole! Giulio e Margherita nelle loro avventure perdono tutto, non hanno più soldi, solo la macchina, ma in un attimo perdono anche questa: fanno un grosso incidente stradale e saranno ricoverati in ospedale dove Margherita è in coma. Ecco la prova più grossa del­la sua vita! Silenzio, buio, prova del fuoco (281-282)! Arrivano in ospedale i parenti a far visita a Margherita e tra loro arriva anche suo padre. Egli confessa di aver sbagliato nell’abbandonare la sua famiglia e si pente. Eia sbagliato, per­ché abbandonare la famiglia è stato come cercare una facile novità e non la pro­fondità (302). Questa sua confessione viene sentita di nascosto dalla moglie e così anche lei ammette i propri errori fatti nei matrimonio, quali il lasciarsi sop­raffare dalla routine, dalle paure, dai rancori e dalla mancanza di tempo (304). Il padre e la madre di Margherita si perdonano e ripromettono di amarsi. Nell’attimo del perdono e dell’amore ritrovato, Margherita esce dal coma, per­ché ’perdonare è uscire dal coma nell’amore’(294). Intanto anche Giulio gua­risce, ma solo fisicamente, e non nella sua anima, perché non si perdona! Dopo alcuni anni dalla morte della nonna, Margherita potè aprire la busta che conte­neva la lettera che la nonna le aveva scritto, in cui spiegava il segreto che nessu­no conosce, perché sono troppe cose che nessuno sa, ma che impara nella vita, lottando, perdonando, amando (325-326)! È una scena splendida, non perché stanno davanti al mare, ma prima di tutto perchè stanno insieme, papa e mam­ma di Margherita, Margherita e Giulio che, riuscendosi a perdonare, ha final­

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