Folia Theologica et Canonica, Supplementum (2016)

Péter Erdő, La questione della lingua dei fedeli nella costituzione 9 del Concilio Lateranense IV alla luce dei commenti dei canonisti

18 PETER ERDŐ In seguito alle crociate, e specialmente all’azione dei Veneziani che ebbe per effetto l'occupazione di Costantinopoli da parte degli occidentali nel 1204, il cristianesimo latino ha fatto un’esperienza significativa e di tipo nuovo della convivenza di diverse comunità cristiane d'oriente e d'occidente sullo stesso territorio, o persino nella stessa città. Situazioni simili non erano del tutto sconosciute nemmeno prima, soprattutto in Italia, ma anche nei Balcani fino all’Ungheria, come pure nell’Est europeo. III. La costituzione 9 del Concilio Lateranense IV /. Il testo e il significato della disposizione conciliare Immediatamente prima del Concilio Lateranense IV è sorto un conflitto circa l’elezione al patriarcato latino di Costantinopoli. Due pretendenti, il parroco veneziano della chiesa di San Paolo della città e l’arcivescovo di Herakleia hanno affermato di essere stati eletti legittimamente per quella sede patriarcale. Ambedue si sono recati a Roma per difendere i propri diritti. Il Papa, all’inizio del Concilio, seguendo il consiglio dei cardinali, ha deciso la questione in favore di Gervasio, arcivescovo latino di Herakleia13. Il Concilio si è occupato della diversità delle lingue e dei riti delle nazioni nella Costituzione 9 Alla base c’era l’idea di Innocenzo III secondo la quale, attraverso la fondazione dell’Impero Latino di Costantinopoli si è verificata l’unità con i cristiani orientali14. “Siccome in molte parti nella stessa città e nella medesima diocesi sono mischiati popoli di diverse lingue che hanno nella stessa fede vari riti e usanze, comandiamo severamente - dice il concilio - che i pontefici di tali città ossia diocesi assicurino degli uomini idonei che, secondo la diversità dei riti e delle lingue, celebrino per loro il divino ufficio, amministrino i sacramenti ecclesiali, insegnandoli ugualmente per parole e per il loro esempio. Proibiamo però completamente che la stessa città ossia diocesi abbia diversi pontefici, come se un corpo avesse diverse teste come un mostro. Ma se per le cause sopra indicate una urgente necessità lo richiedesse, il pontefice del luogo si costituisca un pre­13 von Hefele, K.-J. - Leclercq, H., Histoire des Condies d’après les documents originaux, VI/1. Paris 1914. 1318. Cf. Wolter, H.. “Das Papsttum auf dér Höhe seiner Macht (1198— 1216)”, in Jedin, H. (Hrsg.), Handbuch der Kirchengeschichte, III/2. Freiburg-Basel-Wien 1968 (repr. 1985), 168-236, specialmente 210. ,J Wolter, H., “Das Papsttum” 211, n. 8. Cf. Cone. Later. IV, cc. 4, 5, 14.

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