Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)
RECENSIONS
264 RECENSIONS mica dell’ordinamento canonico; III) il prototipo “familiare” dell’ordine giuridico ecclesiale; IV) operatori del diritto e ortoprassi canonistica. Nell'introduzione, dal titolo significativo “Un itinerario di ricerca: fra 'diritto divino’ e ‘diritto silente’”, lo stesso A. condivide con i lettori i motivi ispiratori della sua indagine: “... un cammino lungo il quale ho inteso, via via, portare alla luce quello che, anche a me, è parso costituire il sostrato spesso occulto e silente, ma pur sempre vivo ed operante dell’esperienza giuridica della Chiesa” (p. 10). Di fatto nei saggi, che toccano le diverse aree dell’ordinamento giuridico ecclesiale, che vanno dalle norme generali, agli stati e condizioni di vita dei fedeli, al diritto matrimoniale/familiare, fino al diritto amministrativo ed ai titolari della potestà di governo, l’A. è riuscito puntualmente a far emergere i tre livelli presenti nel diritto canonico (il diritto divino naturale, il diritto divino positivo ed il diritto ecclesiale), sottolineando con acribia che non bisogna confondere e scambiare il silenzio delle norme con il silenzio del diritto, sempre eloquente per chi onestamente si pone in ricerca della verità, che nell’ambito delle relazioni intersoggettive prende il nome di Giustizia: individuando proprio nel diritto divino positivo, e soprattutto nello spessore della Giustizia proposta da Cristo, l’originalità e la specificità del diritto canonico. “Nella Chiesa e per la Chiesa il principio fondamentale esplicito della salus animae può essere perseguito non già sulla base di una mera dichiarazione d'intenti o di un'adesione puramente formale alla realtà rivelata dalla fede cristiana, ma solo in forza di una reale interiorizzazione e di una pratica e diffusa attuazione del primo precetto evangelico. Solo se ci si fa catturare dall’iniziativa di un Dio che ama sempre per primo e che della sua carità sostanzia e alimenta il sentimento di giustizia dei fedeli, ogni persona umana può davvero trasformarsi ed essere trattata come ‘diritto sussistente’, come ‘ius aequissimum’; e così, chi si lascia ‘regolare e misurare’ alla stregua dell’agape divina, in qualche modo può rendersi partecipe della regola e della misura (I-II. q. 91, a. 2)” (p. 264). Per la loro grande attualità e per il loro indubbio interesse, segnaliamo in modo particolare i tre saggi che trattano del diritto matrimoniale/familiare canonico (cf pp. 277-355), al riguardo del quale leggiamo affermazioni che richiamano ogni fedele a profonda riflessione. La “[...] istituzione sacramentale del matrimonio e della famiglia si rende [...] necessaria nell’economia della nuova alleanza al fine di garantire alla Chiesa la permanenza e l’integrità di un modello che risulta imprescindibile e prioritario per la struttura ordinamentale della comunità dei suoi fedeli. [...] la sacralità della famiglia è indispensabile per la Chiesa [...] soprattutto perché senza di essa l’istituzione ecclesiale non sarebbe potuta nascere con le peculiarità e con le caratteristiche che le sono proprie o, quanto meno, si sarebbe ben presto ed ineluttabilmente inaridita quanto alla sua capacità di significazione” (pp. 337-338). L’attenta lettura dei vari saggi sarà sicuramente proficua sia per coloro che stanno iniziando a studiare il sistema giuridico canonico, sia per coloro che da