Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Carlos José Errázuriz M., Sul rapporto tra teologia e Diritto canonico: il binomio dottrina-disciplina

SUL RAPPORTO TRA TEOLOGIA E DIRITTO CANONICO... 213 Evidenziato così il legame tra diritto divino e dottrina della fede, potrebbe sembrare che il diritto umano rimarrebbe invece privo di ogni valore dottrinale. Tale semplicistica deduzione si evita proprio ricorrendo al concetto di diritto come il giusto. Anzitutto, bisogna tener presente che nella realtà il giusto divi­no e quello umano si danno sempre insieme, quali aspetti, certamente distinti ma inseparabili, di una sola realtà giuridica. Il giusto umano, in ciò che ha di umano, è sempre determinazione storica di quello divino, e dalla sussistenza di tale nesso dipende il suo stesso essere giusto. Ne segue che la dimensione di ve­rità, che è essenziale al diritto divino, viene partecipata dal diritto umano. Inolt­re, anche la stessa determinazione umana, nella misura in cui è legittima, cioè armonica con il diritto divino e con le esigenze concrete della situazione non­ché compiuta da chi è competente per farlo - sia nell’ambito della Chiesa come istituzione che nel campo della legittima autonomia dei fedeli -, proprio perché è determinazione giusta in un determinato tempo e luogo, e rispetto a determi­nate persone e comunità, possiede una reale partecipazione al vero, al buono e al bello. Non tener conto della verità, del bene e della bellezza del giusto umano è espressione di una visione astorica della Chiesa, che porterebbe all’anarchia, la quale facilmente si rovescia nell’autoritarismo. Per concludere, una parola ancora sul rapporto tra teologia e diritto canonico come scienze. Quando si passa da un’ottica normativista ad un’altra realistica del diritto canonico quale studio del giusto nella Chiesa, immediatamente cam­bia il rapporto con la teologia, perché ci si trova su un campo comune: la realtà stessa della Chiesa, nella quale esistono i diritti ecclesiali delle persone e delle comunità. Si scopre che la canonistica ha un bisogno vitale di conoscere la realtà ecclesiale per sapere quali sono quei diritti, e che la teologia deve interes­sarsi a tale dimensione della Chiesa, per niente puramente tecnica o estrinseca. Si apre un orizzonte interdisciplinare vero, nella misura in cui c’è un oggetto comune, conosciuto da scienze diverse, ma intrinsecamente legate dall’amore alla Verità che è Cristo.

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