Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)

IUS CANONICUM - Forteenth International Conference «Questioni sul tema della provisione canonica degli uffici ecclesiastici» 11th February 2013 Velasio De Paolis, C. S., Il Codice del 1983 ultimo documento del Vaticano II

IL CODICE DEL 1983 ULTIMO DOCUMENTO DEL VATICANO II 237 In conclusione, dalla storia che ci sta alle spalle dobbiamo trarre particolar­mente una lezione di umiltà, che i medievali esprimevano con l’adagio: noi siamo quasi nani super gigantium humeris et longius quam ipsì speculamur. Siamo chiamati a coniugare bene l’essere e il cambiamento; l’identità con il rinnovamento; la permanenza con il progresso. Il progresso non è possibile senza la continuità. La rottura con il passato toglie le radici e non indica un cammino. E’ la minaccia del razionalismo che invece d’armonizzare ragione e fede, pretende di affidarsi solo alla ragione umana. Purtroppo il perdurante e incessante impegno che ha occupato i canonisti durante la lunga preparazione del nuovo Codice non ha permesso loro di curare adeguatamente anche la storia delle istituzioni della Chiesa e del diritto canoni­co. Se avessero avuto più tempo per indagare nella storia, avrebbero trovato certamente un tesoro prezioso che li avrebbe aiutati a proporre sintesi più accu­rate e meno parziali e unilaterali. Ispirandosi alla retta dottrina conciliare, particolarmente da quella sulla Chiesa, il canonista vuole svolgere il suo compito al servizio della Chiesa, come discepolo che si mette in continuo ascolto del suo insegnamento, partico­larmente di quello conciliare da essa stessa interpretato; non cessa di imparare, ma deve anche dare, in umiltà, il suo contributo specifico di esperto del diritto. Vale la pena, a chiusura del nostro discorso, richiamare quanto il Concilio ci ha detto nel decreto Optatam Totius a proposito degli studi ecclesiastici e in specie del diritto canonico. A livello generale, a proposito delle discipline teologiche il Concilio dà indi­cazioni preziose: “Alla luce della fede e sotto la guida del magistero della Chiesa, le discipline teologiche siano insegnate in modo che dalla Divina Rivelazione gli alunni possano attingere accuratamente la dottrina cattolica, la studino profondamente, ne facciano l’alimento della propria vita spirituale, e siano in grado di annunciarla, esporla e difenderla nel ministero sacerdotale” (OP, 16). A proposito dell’insegnamento del diritto canonico leggiamo: “Nell’esporre il diritto canonico (...) si guardi al Mistero della Chiesa, secondo la costituzione dogmatica “sulla Chiesa” promulgata da questo S.Concilio” (OT, n. 16,4).

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