Folia Theologica et Canonica 1. 23/15 (2012)
IUS CANONICUM - Katalin Hársfai, Il diritto alla difesa nel processo di nullita matrimoniale dopo la Dignitas Connubii
222 KATALIN HARSFAI Il convenuto solo nel questo caso é capace difendersi, se conosce ii libello e si prépara al processo7. Il codice prescrive rallegamento del libello accanto al decreto di citazione in giudizio e solo per i gravi motivi eccettua, ma 1’articolo 127 § 3 dice esplicitamente ehe il présidente oppure ponente con decreto soste- nuto le ragioni debba notificare perché non si aggiunga il libello, ma anche in questo caso deve essere reso noto 1’oggetto dei processo e la causa petendi dei processo8 9 Questo significa garantire il diritto alia diffesa in cui 1’offesa viene colpita con la più grave sanzione: art 128 che in questo caso gli atti processuali sono nulli. Per questo nella pratica non è possibile usare la prassi precedente, secondo la quale non si aggiunge semplicemente il libello. L’articolo 134 paria dettagliamente, ehe si deve notificare alie parti parte - cipanti al processo. Invece se la parte sarà informata solo più tardi sui processo e se vi era un ostacolo legittimo, in questo caso si puö sollevare 1’eccezione di nullità secondo 1’art. 139 § 3. II regolamento della pubblicazione degli atti dal punto di vista del diritto alla difesa è problematico. L’articolo 230 dà una possibilité al giudice, che certi atti non siano resi noto alle parti per evitare gravissimi pericoli, ma alio stesso tempo bisogna garantire ehe rimanga impregiudicato il diritto alia difesa. Invece il can. 1598 § 1 del codice del’83 permette al giudice ehe qualche atto non venga fatto conoscere a nessuno, nelle cause ehe riguarda- no il bene pubblico per evitare gravissimi pericoli. Dopo tutto questo - secondo la nostra interpretazione - e lo ricordiamo perché riguarda il processo matrimoniale per il bene pubhco e perché la DC non è capace di modificare il codice, il giudice puö escludere dal prendere visione gli atti non solo aile parti. Non si capisce perché sia necessario questo disposto della DC. Ma ancora di più viene discussa all’art. 231. Secondo tale articolo se si viola 1’articolo 229 § 3 - cioè non si permette alle parti e ai loro avvocati di prendere visione dei loro atti ancora non noti (con eccezione dei pericoli gravi) questo causa la nullità sanabile, invece se “nel caso in cui il diritto alia difesa sia stato di fatto negato, la nullità insanabile”. Secondo la nostra opinione la negazione dei prendere visione degli atti non ancora noti, significa sempre l’impossibilità alla difesa. perché non è possibile difendersi contro i fatti, le prove sconosciute. In ogni caso il legislatore dovesse definire cosa si capisce sotto: “il diritto alla difesa sia stato di fatto negato”. Il legislatore ha un altro mezzo in mano di giudicare quando dice che: prima dell’esame degh atti, puö esigere ehe le parti emettono il giuramento o la promessa in relazione con questo, che le coscenze di cui prendevano atto non utilizzano solo nel processo canonico per la difesa legittima.7 Il senso di questo disposto è evidentemente che possano utilizzare gli avvocati il contenuto degli atti per difendere, invece i loro clienti non lo conoscono. Anzi, gli avvocati pos7 Hársfai, K., A keresetlevél a kánoni perben, Budapest 2008. 199-249. 8 DC art. 127 §3. 9 DC art. 232 §1.