Folia Canonica 12. (2009)
STUDIES - Georges Ruyssen: Forme istituzionali di collaborazione interrituale, ieri ed oggi
116 GEORGES RUYSSEN Il quarto paragrafo tratta degli statuti dell’assemblea interrituale. §4. Ogni assembled dei Gerarchi di diverse Chiese sui iuris rediga i propri statuti nei quali sia favorita, per quanto possibile, anche la partecipazione dei Gerarchi delle Chiese ehe non sono ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica; gli statuti per aver val- ore, devono essere approvati dalla Sede Apostolica. Ciascuna assemblea, visto il suo carattere permanente, istituzionalizzato e formale, deve avere i suoi statuti. Questi statuti devono essere approvati dalla Sede Apostolica, cioè dalla Congregazione per le Chiese orientali. L’Annuario Pontificio 2010 indica ehe gli statuti dell’Assemblea della Gerarchia Cattolica d’Egitto sono stati approvati nel 1992, quelli deli’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa nel 1992 ad experimentum e quelli della Conferenza episcopale iraniana nel 197771. Per le tre altre assemblée interrituali in Libano, Siria ed Irak non c’è per ora nessuna approvazione dei loro statuti, anche se es- istono. E pertanto chiaro ehe senza 1’approvazione degli statuti dalla Sede Apostolica, essi non hanno valore (c. 322/CCEO §4) e l’assemblea interrituale non puô agire validamente (c. 922/CCEO §3). Interessante è l’apertura ecumenica prevista nel senso che gli statuti fa- voriscono “per quanto è possibile, anche la partecipazione dei Gerarchi delle Chiese, ehe non sono ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica”. Questa rispecchia lo spirito del c. 903/CCEO secondo cui “spetta aile Chiese orientali cattoliche il compito speciale di promuovere l’unità fra tutte le Chiese orientali [...] con la collaborazione e la fraterna stima delle cose e dei cuori”. I campi di collaborazione possono essere numerosi: le scuole, la communicatio in sacris nelTambito del c. 671/CCEO §5 (eg. un accordo di intercomunione o delle norme comuni per i matrimoni misti), l’evangelizzazione (c. 593/CCEO §2), e più largamente “le opere di carità, di giustizia sociale, la difesa della dig- nità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, la promozione della pace, le date commemorative della patria, le feste nazionali” (c. 908/CCEO). Molto spesso le sfide e gli interessi vitali sono comuni non soltanto aile Chiese cattoliche ma anche aile Chiese orientali non in piena comunione, per esempio l’emigrazione ehe tocca tutti i cristiani. Il paragrafo parla di partecipazione (“etiam partecipatio”), nel senso che questa parola indica una presenza attiva e partecipativa e non soltanto una presenza passiva osservativa come nelTassemb- lea patriarcale a norma dei c. 143/CCEO §4. 71 Annuario Pontificio 2010, 1102. Gli statuti dell’Assemblca degli Ordinari Cattolici di Terra Santa si trovano in Ius Ecclesiae 6 (1994) 832-836 e sono seguiti da un commento: M. Brogi, “Commento”, ibidem, 837—842.