Folia Canonica 11. (2008)

PROCEEDINGS OF TENTH INTERNATIONAL CONFERENCE. "Questioni attuali intorno al Battesimo" Budapest, 4th February 2008 - Agostino Montan, "Formule teologiche": Variabilita e limiti nella dottrina e diritto sacramentale

«FORMULE TEOLOGICHE» VARIABILITÀ E LIMITI 205 Secondo il teologo Giuseppe Colombo il concilio Vaticano II ha risolto ogni incertezza o esitazione sulla sacramentalità del diaconato, anche senza ricorrere a una definizione formale. In ogni caso precisare la questione nel senso dell’af- fermazione o della negazione della sacramentalità, è compito proprio ed esclu- sivo del magistero: si tratta di una definizione dogmatica28. II teologo dogma­tico Gerhard Ludwig Müller serive: «Nella consacrazione dei diaconi gli ordinandi ricevono, attraverso 1’imposizione delle mani e la preghiera dei vescovo, la ‘grazia sacramentale’ (LG n. 29), per cui la sacramentalità dell’ordi- nazione diaconale è fuori discussione»29. Conclusioni 1. La problematica elaborata in questo intervento non è trattata frequente- mente dai canonisti. La bibliográfia è scarna. Il terna va ripresa anche per meglio comprendere il rapporte tra la teológia e il diritto della Chiesa. 2. Si è abituati a trattare separatamente il munus docendi della Chiesa dal munus regendi, distinguendo entrambi dal munus sanctificandi. Approfondendo la natura della Chiesa, il concilio Vaticano II ha obbligato a ripensare la natura dei tre uffici (munera) di insegnare, santificare e governare, conferiti con la pienez- za dei sacramento delTordine (LG 21). I tre uffici sono tra loro collegati. II sacramento dell’ordine è all’origine della potestà episcopale nella sua totalità, nella sua triplice funzione. Dunque la potestà di govemo va vista in relazione 38 A proposito della sacramentalità del diaconato la Commissione dottrinalc dei Concilio Vaticano II, nel testo scritto inviato ai Padri nel luglio 1964, cosi si espresse: «Quanto all’indole sacramentale del diaconato, su richiesta di parecchi (...) si è deciso di indicarla cautamcnte nello schema, poiché è fondata nella tradizionc e nel magistero. (...) D’altra parte si ha cura ehe il Concilio non sembri condannare quei pochi autori recenti che hanno sollevato dubbi su questo problema». Tra i pochi autori è da annoverare il canonista della Pontificia Università Gregoriana p. J. Beyer, con il Suo studio «De diaconatu animadversiones», pubblicato in Periodica de re morali, canonica et liturgica 69 (1980) 441—460. Delio stesso autore cfr. Nature et position du Sacerdoce, in Nouvelle Revue Théologique 78 (1954) 336-373, 469-480; Idem, Dal Concilio al Codice. Il nuovo Codice e le istanze de! Concilio Vaticano II, Bologna 1984, 20. La tesi del p. Beyer (fatta propria anche dagli altri ‘pochi autori’, i quali il più delle volte da lui dipendono) è semplice: il sacramento del- l’ordine conferisce il saccrdozio (aflfermazione dei Concilio di Trento), ma il diaconato non c per il sacerdozio bensi per il ministero (testimonianza delle fonti antiche, riprese dalla Lumen gentium), quindi il diaconato non è sacramento. L’cquivoco o errore dei p. Beyer sta nel fatto ehe pone sül­lő stesso piano l’affermazione del Concilio di Trento con la tradizione ehe la sostiene e la testimo­nianza di una fonte antica (gli Statuta Ecclesiae Antiqua) per poi concludere ehe il ministero succe- duto a qucllo degli apostoli deve esserc inteso solo in termini sacerdotali, come interpretato da Trento. Questo metodo non c corretto né teologicamente, né dal punto di vista storico. L’interpretazionc del ministero ordinato puô essere sviluppata anche diversamente. 29 Cf. G. L. Müller, Dogmatica cattolica. Per Io studio e la prassi della teológia, Cinisello Balsamo (Mi) 1999, 920.

Next

/
Thumbnails
Contents